SU UN MARE INFINITO DI OSSA, IL FASCISMO COSTRUISCE LA PATRIA (che non c’è)
Le ossa del titolo sono le decine di migliaia di caduti raccolti sui campi di battaglia della Grande Guerra, raccolte, almeno parzialmente, nei due grandi ossari di Redipuglia e del Grappa. Parzialmente, perché molte tonnellate erano state dirottate nelle fabbriche di fosfati, da ufficiali e corrotti, a fabbricar concime. Ne parlarono i giornali dell’epoca ma poi tutto fu messo a tacere e nessuno ora ricorda lo scempio, del tutto simile (seppur di segno opposto) al gesto del rapper che si è messo a ballare di recente sulla sommità della scalinata di Redipuglia.
“L’ideale di Patria, fino ad allora vanamente inseguito, con il fascismo fu fatto vivere per davvero.. Gli Italiani su erano rivelati sistematicamente refrattari, in passato, a coltivarlo; bisognava ri-forgiarli, accoppiando alle pagine edificanti dei libri di scuola, e al lirismo misticheggiante dei docenti, la pratica ripetuta ed incessante, le cerimonie di culto laico, le adunate, le parate, le divise, i gagliardetti, i labari, le aquile, gli inni ispirati, le fanfare, le commemorazioni, i giuramenti solenni, i detti memorabili sui muri, e quant’altro comandava una retorica sfibrante, tonitruante.”
Solo che, costruito così, non era un vero ideale, diventava un mito; ma invece di nascere dalla schiuma marina, come Afrodite, la Patria degli Italiani era emersa, incantevole (?) , dalla schiuma vermiglia di un mare di sangue, ed essi si erano ritrovati seduta stante, nazione e popolo, saltando d’un botto il percorso lungo e inevitabile che aveva formato nazioni più antiche e vere nel resto d’Europa.
“Popolo unitario e inscindibile secondo le premesse poste con sapiente lungimiranza da Casa Savoia. Un mito che sembra essere rimasto intatto anche dopo la caduta del Fascismo e la messa al bando della casa reale, nonostante la liquidazione dell’imponente scenografia, un mito su cui c’è ancora chi candidamente giura e chi turpemente specula. Come sempre.”
Bruno Pederoda ” Tra le macerie e miserie di una regione dimenticata”
Sullo scandalo dei resti venduti alle fabbriche di concime clicca qui: il commercio delle ossa vendute