TITO LIVIO, IL PADOVANO CON L’ACCENTO “PACIOLOSO” E L’ORGOGLIO VENETO
Che l’intercalare della parlata padovana fosse definito dai veneziani “pacioloso” l’ho appreso con divertimento dal grande Alvise Zorzi, quando ha disegnato un bel ritratto dello storico veneto romano Tito Livio, orgoglioso delle proprie origini patavine. Ecco come ce lo rappresentava in un suo celebre libro già citato più volte:
Livio era gloria romana, ma anche e soprattutto padovana, lui che aveva portato con sé quel raffinato entourage letterario di Augusto, quello che un critico del tempo aveva definito “un certo padovanismo”: dal momento che il latino dei suoi scritti è quanto di più puro ed elegante si possa immaginare, costui voleva forse alludere all’accento, informarci, per dirla alla buona, che il grande storico della romanità parlava con quello che i veneziani, quando vogliono burlare i loro vicini di Padova, rifacendogli il verso, chiamano “pacioloso”. Un accento nel quale, forse, un Livio costretto a vivere dal suo successo non nella quiete studiosa della sua Padova ma nella rumorosa e congestionata metropoli romana, l’Urbe che, dopo le conquiste di Cesare e le vittorie di Augusto, era avviata a diventare la capitale del mondo, si trincerava contro un’omologazione che poteva andar bene ad altri ma non a lui, che proprio nella primissima parte delle Storie aveva voluto costruire un monumento alla sua città, alla sua gente.
Nessuno, infatti, più e meglio di Livio ha conosciuto e amato, ammirato e celebrato, non con i versi che dicono soltanto ciò che vogliono i poeti, ma con la prosa e logica serrata del grande storico, la meravigliosa vicenda di Roma e dei suoi re pastori, diventata la dominatrice del mondo. Ma attenzione: se il troiano Enea è all’origine della fondazione di Roma, il troiano Antenore è all’origine del popolo veneto.
Così le onde del patriottismo romano e del patriottismo veneto si fondono in un sentimento solo, in una sola fierezza. E poco importa che la venuta di Antenore e dei suoi sia probabilmente una leggenda, come lo sono le vicende del pio Enea nel Lazio. Alle quali, per rendere ancora più stretto il legame tra l’Urbe e la città che sorgerà fondata da Antenore… sulle rive del Brenta, Padova, Patavium, metropoli dei veneti, qualcuno aggiungerà una improbabilissima spedizione dei seguaci di Antenore in aiuto di Enea contro Turno, capo dei latini, punto soddisfatti della venuta dei transfughi di Troia…
Una risposta
[…] cioè padovanità che pare si rifletta anche nella cadenza, già allora, evidentemente, riconoscibilmente veneta. Livio non se ne risente perché tiene in modo particolare alle sue radici e per lui […]