TRASEA, UN VENETO PATAVINO CON LA SCHIENA DRITTA… COSE CHE A ROMA SI PAGA(VA)NO
Di Europa Veneta
Qui vi raccontiamo chi era questo illustre veneto di Padova, che fu a capo dell’opposizione contro la tirannia di Nerone.
Publio Trasea Peto nacque a Padova agli inizi del primo secolo dopo Cristo.
Fu genero di Cecina Peto, di cui aveva sposato la figlia Arria, che si chiamava come la madre. Entrambe le donne furono personaggi ragguardevoli e per le loro doti morali meritarono la lode di Plinio il giovane nelle sue epistole. Trasferitosi a Roma nel 42 d.C., Trasea entrò nella cerchia degli stoici. A questo circolo appartenevano anche il poeta satirico Persio – al quale Trasea Peto era legatissimo – ed il famoso Lucio Anneo Seneca.
Da Seneca trasse amicizia e protezione; intraprese quindi una carriera costellata di prestigiosi riconoscimenti, sino a raggiungere il consolato nel 56 d.C.
Il senatore Trasea fu di fede repubblicana e di grande spirito aristocratico.
In un periodo storico segnato da delazione e crudeltà, Trasea testimoniò coraggio e rettitudine, criticando apertamente il malcostume generato dalla corruzione del potere imperiale.
Nel 59 prese le distanze dai comportamenti tirannici di Nerone, che pure lo teneva in gran conto; l’imperatore non si peritava in quel tempo di esibirsi in spettacoli pubblici come attore buffonesco così, a partire dal 63, Trasea si astenne dalle sedute politiche.
Il senatore patavino era assai legato alla terra veneta e alla sua città; una delle accuse a lui rivolte fu di aver disertato i Giochi Juvenilia di Roma, preferendo frequentare i giochi Iselastici, una sorta di Olimpiade istituita da Antenore Troiano, che si tenevano ad intervalli fissi a Padova, sua città natale (che culminavano negli incontri di pugilato); in quell’occasione Trasea declamò in veste di attore tragico.
Nell’urbs capitolina le comunità straniere formavano circoli culturali, così anche i Veneti si si frequentavano e intrecciavano vari rapporti. Tito Livio non dimenticò mai le proprie origini; in quegli anni pure virgilio e il poeta catalano Marziale condividevano il loro amore per la terra veneta, celebrandola nei loro versi.
Ritiratosi dal Senato, Trasea Peto iniziò a frequentare un gruppo di oppositori di fede repubblicana. Nel 66 d.C. le accuse ricevute in Senato dai partigiani di Nerone lo costrinsero a togliersi la vita: si tagliò le vene, seguendo l’uso stoico.
L’amore per le istituzioni repubblicane incardinate nel Senato ed il suo altissimo senso morale furono i valori i valori di fondo da lui espressi nell’opera ” Vita di Catone Uticense” (oggi perduta), che Plutarco utilizzò tra le sue fonti.
Negli anni successivi, Trasea Peto diventò un esempio per gli oppositori dell’imperatore Domiziano, e fu ammirato in varie apologie per la sua condotta politica onesta e intransigente.
Europa Veneta per gentile concessione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Publio_Clodio_Trasea_Peto
Bravo, Milo!