UN PERSONAGGIO PADOVANO
Simonetta Dondi dall'Orologio
Personaggio padovano interessante fu Giuseppe Furlanetto, nacque nella nostra città nel 1775 e nel 1790 entrò nel Seminario vescovile dove si seguivano i rigorosi sistemi di educazione e tradizione umanistici-religiosi del fondatore (Barbarigo).
Fu ordinato sacerdote nel 1798 e destinato come correttore alla prestigiosa tipografia del seminario, ci rimase solo 2 anni considerandolo un lavoro poco stimolante.
Nel 1800 lo troviamo a Chioggia come istitutore del figlio del Conte Cestari, ma anche questa fase non risultò adatta alla sua vocazione.
Tre anni più tardi rientra a Padova, come professore al seminario di Storia Sacra ed Ebraico e gli fu affidata la direzione della tipografia che stava attraversando un momento difficile.
Lui da un nuovo impulso con la pubblicazione dell’opera del Metastasio in 17 volumi e di una collana di classici latini, Collectio omnium scriptorum Latinorum di 110 volumini.
Nel 1814 pubblica il Giornale dell’Italiana letteratura aperto a tutti i dotti (anche europei) ad inviare integrazioni e suggerimenti.
Ma Furlanetto fu anche archeologo e raccolse le antiche epigrafi padovane che ora si trovano nel chiostro della Basilica del Santo: scrisse anche una storia sulla fondazione di Padova, ovviamente; basata sulla mitica figura di Antenore leggendario guerriero vissuto 1184 anni prima di Cristo e 431 prima di Roma…..mentre è provato che qui esisteva una popolazione molto prima.
Secondo Furlanetto, Padova, viene dal nome antichissimo del fiume Po che era chiamato Padus, questo scorreva senza argini attraverso la grande pianura detta dal suo nome Padana, posta tra le Alpi e l’Appennino.
L’immenso fiume sfociava nell’Adriatico lasciando poco a poco una porzione di terreno dove oggi abbiamo la nostra città.
Ad un principio fu chiamata Padua dal nome del fiume poi latinamente Patavium e sucessivamente, come tutt’oggi, Padova.
Abbiamo varie interpretazioni in più di vari studiosi ma questa è quella che mi piace di più…..
Il Furlanetto muore nel 1848, in un momento storico tumultuoso, il quale in un discorso politico che oggi si conserva nella Biblioteca del Seminario afferma di essere contrario ed ostile all’annessione al Piemonte ed alla Monarchia Costituzionale.