UN SOLDATO AUSTRIACO CI MOSTRA ANCHE L’UNIFORME PENULTIMA DELLA FANTERIA VENETA
Nell’arco di tre anni, dal 1790 al ’92 da questa uniforme, di foggia austriaca, i fanti veneti passarono a una divisa più attillata (e più scomoda, riporta il Favaloro nel suo libro) ma forse più elegante. La giacca diventò più corta, aperta sotto in modo da far vedere il gilet, chiamato ‘camisiola ‘ e la placca del cinturone.
Tornando a questa uniforme, gli austriaci avevano i risvolti con colori diversi, a seconda del reggimento, mentre per i fanti veneti, erano sempre blu, colore che probabilmente si rifaceva al colore della Nazione veneta da tempi antichissimi.
Il caschetto era identico, differiva la placca, da noi era un leone “in moeca” che diventò “andante” nell’ultima versione. L’ultimo copricapo aveva anche una piuma, che sormontava un bottone di cotone su coccarda blu, sul lato sinistro. I graduati (tali erano considerati anche gli ufficiali) portavano invece il bicorno.
Nella foto, il fante sta caricando il fucile: strappa la cartuccia, un cilindro di carta ” da noi confezionato con ‘carta Real’ ” con i denti. Verserà parte della polvere sul bacinetto, come innesco, la gran parte nella canna, infilando poi la palla di piombo tenero e poi la carta, come stoppaccio, per tenere fermo il tutto. Mi pare che la polvere nera fosse l’equivalente di 5 grammi attuali.
Le cartucce erano contenute nella giberna, in genere una dozzina erano la dotazione standard. La giberna aveva lo stesso leone del caschetto.