UNA CELESTE GERARCHIA PADOVANA, CHE CI LASCIA AMMIRATI
Simonetta Dondi dall'Orologio
Guardando questo magnifico affresco del Menabuoi oggi più che mai abbiamo bisogno dell’aiuto e protezione di questo esercito, che ci illumini per le decisioni presenti e future; testimonianza che un tempo eravamo organizzati e sicuri in noi stessi delle decisioni prese per il bene di tutti….
Padova viene definita la città dei “senza” per le sue simpatiche coicidenze che tutti conosciamo; realmente nel visitarla si percepisce che fin dall’epoca antica fu (ed è) un centro di grande importanza.
1) – IL SANTO SENZA NOME Infatti S. Antonio da Padova spesso in tutto il mondo viene semplicemente chiama “il Santo” essendo sottinteso il nome Antonio.
2) – IL PRATO SENZA ERBA Infatti il “prato della valle” che è stata la più grande piazza d’Europa fino a pochi decenni era appunto chiamato “prato” solo come nome non avendo “erba” ma portandone il nome da tempi antichissimi.
3) – IL CAFFE’ SENZA PORTE Il caffè Pedrocchi appunto è detto il caffè senza porte perchè si racconta che non fosse mai chiuso ne di giorno ne di notte, ma anche perchè la galleria sul retro ora passaggio pedonale in realtà era una strada coperta per agevolare le carrozze dei personaggi che raggiungevano le sale superiori per le feste che si tenevano dando loro modo di scendere senza bagnare i costosi vestiti e accedere alle sale superiori, quindi attraversato da una strada.
Giordano Merchiorri
Infatti durante l’Ipogeo dei Carraresi, in campo artistico, Padova aveva superato ogni altra città italiana per la quantità di superfici affrescate, per la qualità delle formidabili equipe e, ovviamente, per la sensibilità culturale della sua Corte.
Il Battistero del Duomo, ad esempio, contiene un magnifico ciclo di affreschi di Giusto de Menabuoi pittore, in quel momento, di Corte.
Il ciclo fu voluto dalla moglie di Francesco il Vecchio da Carrara (Signore di Padova dal 1350 al 1388), Fina de Buzzaccarini.
Imponente è la cupola che rappresenta la Gerarchia celestiale: è evidente che Padova, nel secolo XIV; era fortemente influenzata dal Romanico e dalla fissità dello stile Bizantino.
Il tutto è organizzato attorno ad un Cristo Pantocratore, dove ruota un’ ipnotica raggiera a più strati con angeli e santi, le cui aureole in file ordinate ricordano, guardate dal basso, le punzonature di una magnifica orificeria.
La prima gerarchia rappresentata è quella dei Serafini (ardore di carità), Cherubini (luce d’intelligenza) e Troni (sede dell’Onnipotente) i quali ricevono direttamente le illuminazioni da Dio e le comunica alla gerarchia media.
La seconda è quella delle Dominazioni (zelanti la Gloria di Dio), le Virtù (rivestite di forza divina e bene del Mondo) e Potestà (armate contro l’Inferno e le forze delle Tenebre).
La ultima gerarchia che è quella più vicino agli uomini è quella dei Principati (presidenti alla protezione delle grandi società religiose e civili), Arcangeli (proposti al patrocinio delle Nazioni, Diocesi e Comunità religiose)e gli Angeli (custodi del genere umano).
Guardando questo magnifico affresco del Menabuoi oggi più che mai abbiamo bisogno dell’aiuto e protezione di questo esercito, che ci illumini per le decisioni presenti e future; testimonianza che un tempo eravamo organizzati e sicuri in noi stessi delle decisioni prese per il bene di tutti….