Usi e Costumi di Venezia rinascimentale
di Danilo Lazzarini.
Ne ho parlato giusto Mercoledì in trasmissione.
Sono ben noti i dettagliati diari del viaggio a Gerusalemme compiuto nel 1494 da Pietro Casola (Milano 1427 – Corbetta 1507), di nobile famiglia, arrivò ad essere canonico della Basilica di Sant’Ambrogio.
Nel suo viaggio si è fermato a Venezia, e così descrive dettagliatamente le attitudini degli abitanti. Dei Veneziani dice :
«Ho considerato le qualità di questi gentilhomeni venetiani, che sono per la maior parte belli homini e grandi, astuti, e in le loro faccende molto scaltri; e bisogna chi (ha) a contrastare con loro tenda bene le oregie e li ogii (occhi); sono alteri; credo sia per il grande dominio che hanno. E quando nasce uno fiolo ad un venetiano, per se dicono che è “nato uno signore al mondo”».
e continua :
«”In nel viver suo a caxa son molto modesti, fora di caxa molto liberali. Mantiene la città di Venetia lo antiquo modo suo nel vestire longo, e col colore come si voglia.
Non uscisse de giorno mai persona de casa se non è vestito de longo e per la maior – parte di nero…. abito certo pieno de fede e de gravità; pareano tutti doctori de lege e quando uno se parisse (usciva) fora de casa senza la sua toga sarebbe reputato pazzo ».
(Viaggio di a Gerusalemme, autografo esistente nella Biblioteca Trivulzio, Milano)