Adria tra l’Aquila e il Leone. La pace di Bagnolo
di Marco Fornaro.
Nell’anno 1479 Venezia sigla una pace con l’Impero ottomano dopo aver perso buona parte dei suoi possedimenti in Oriente. Ora guarda con mire espansionistiche ai territori di terraferma. Alla Veneta Repubblica urge il possesso delle bocche del Po e dell’Adige.
La priorità è assicurarsi il controllo fluviale dei territori dell’entroterra sotto l’influenza Estense.
E’ di importanza vitale la salvaguardia del proprio commercio di terra e la difesa della laguna nonché della città di Venezia stessa. E’ in questo ambito che troviamo Adria tra l’aquila e il leone.
Le cause
I pretesti a Venezia per dichiarare guerra a Ferrara non si fanno attendere. E’ il 2 maggio 1482 quando il Senato Veneto decide dopo svariati contrabbandi di sale e incidenti avvenuti sul suolo adriese di dichiarare guerra a Ferrara. Proprio Adria stretta nella morsa tra l’a aquila e il leone diviene la causa scatenante.
Adria tra l’aquila e il leone
Nonostante Adria fosse città estense, nel suo interno era divisa in due fazioni opposte, i filo estensi e i filo veneziani. Proprio in questo periodo la Comunità adriese è colpita da una grave carestia. Si rivolge a Ferrara per ottenere 50 moggia di frumento. La richiesta effettuata dal partito estense sembra esigua agli occhi della fazione filo veneta. Essi consigliano allora ad alcuni mercanti Adriesi di procurarsi il grano a Cavarzere e Loreo nei territori Veneti. Purtroppo sulla via del ritorno i nostri mercanti sono assaliti da una pattuglia milizie venete, e ne nasce un conflitto. Radunato il Consiglio d’urgenza gli Adriesi decidono di attuare una severa azione di rappresaglia che si conclude con l’uccisione di dodici soldati veneti. Venezia non può voltarsi dall’altra parte e grazie all’affronto subito dichiara guerra a Ercole I Duca di Ferrara. Ha inizio la Guerra del Sale.
Il sacco di Adria
Essendo Adria testa di ponte del Polesine è la prima a subire l’assalto veneziano. 400 legni escono dal porto di Chioggia e si dirigono alle bocche del Po. Una parte guidata da Damiano Moro sfonda i bastioni di Papozze. In seguito si dirige verso il bastione a Polesella e per poi proseguire al Castello di Ficarolo. Qui li attende il Capitano Roberto Sanseverino con le truppe di terra veneziane, all’incirca 15000 unità. L’obiettivo mettere sotto assedio Ficarolo ultimo vero ostacolo per giungere sotto le mura di Ferrara.
L’altra parte della flotta comandata dal Capitano Domenico Erizzo risale il Canal bianco e al bastione di Piantamelon ingaggia battaglia con le milizie Adriesi a difesa della città. E’ il 7 maggio 1482 e le milizie estensi adriesi dopo aver resistito a lungo vengono sopraffate.
L’uccisione in battaglia dell’Erizzo scatena la furia veneziana ed Adria è messa a ferro e fuoco. Solo la pietà del veneziano Cristoforo da Mula nei confronti di chi ha dato il nome al mare Adriatico salva la città da sorte peggiore. Adria firma la resa alla presenza del Doge Mocenigo il 7 giugno 1482. Nel frattempo la guerra continua feroce nel resto del Polesine.
La pace di Bagnolo
La guerra procedette tremenda ma lontana dalla nostra città finche non si arrivo alla pace di Bagnolo. Nel frattempo Adria era passata sotto l’egemonia Veneziana. Essa aveva lasciato piena autonomia nella gestione cittadina insediando però un suo uomo come Podestà nella persona del nobile Gabriele Venier.
La fine delle ostilità viene stipulata il 7 agosto del 1484 poco lontano da Bagnolo Mella. In una casa adibita a locanda tutt’oggi esistente, nella quale si può trovare una targa commemorativa, posero la propria firma al Trattato di pace tutte le potenze scese sul campo di battaglia.
Per codesta pace il Polesine di Rovigo rimase ai Veneziani mentre Adria, Corbola, Papozze ed alcune terre a destra del fiume Tartaro vennero restituite alla corte estense. Il 9 agosto Adria viene riconsegnata al Duca Ercole I.
Il 10 agosto in città tutte le insegne di San Marco vengono abbattute e si rialzano i pennoni estensi. Il 15 agosto il distinto matematico Giovanni Giasone degli Amati assume la carica di Visconte per conto della Signoria Estense. Ad Adria inizia così un periodo di dure lotte e rivalità tra le opposte fazioni. Tutto ciò terminerà nel 1509 quando Venezia farà il suo ritorno in terra adriese per rimanervi per tre secoli.