VENETI O VENEZIANI ? COSA RAPPRESENTA “EL LEON – LION”
VENETI O VENEZIANI ?
« Leone di San Marco, leone del profeta,
ad est di Creta corre il tuo vangelo.
Si staglia contro il cielo il tuo simbolo strano:
la spada e non il libro hai nella mano. »
(Francesco Guccini, Asia)
Ogni tanto, anche con un po’ di scoramento da parte mia, compare nel dibattito tra il mondo indipendentista veneto questo interrogativo, che mette in evidenza in maniera impietosa quello che siamo veramente, e cioè la copia dei “giacobini” patrioti municipalisti, che dopo il “ribaltone” del 1797, contrariamente al sentire comune dei popoli della Terraferma, non volevano sottostare neanche nominalmente alla Municipalità veneziana “per non perpetuare l’antico servaggio”. Ma la Repubblica di Venezia ci rappresentò tutti per secoli, e la civiltà veneta fu costruita con il contributo degli ingegni di tutti.
Giorgione era di Castelfranco, Boccherini era istriano, il Palladio di Vicenza (ma nato a Padova) e così via elencando. Venezia stessa fu formata da veneti dell’entroterra e non sarebbe nata senza l’apporto della terraferma. La capitale fu un catalizzatore di ingegni e San Marco un simbolo su cui si riconoscevano i valori comuni alla terraferma e all’oltremare.
Qui non si tratta del fatto che si parlasse di una supposta lingua comune, ma del fatto che una nazione federata e composita si reggeva su dei valori condivisi da tutti. Tanto che quando questi furono insidiati e minacciati, un popolo intero si sollevò contro i francesi, o manifestò, anche dopo la fine, il suo struggente cordoglio per la fine di un’epoca che lo aveva visto protagonista e attore della sua sorte, e non schiavo di un potere lontano. E in questo caso, mi riferisco alla Dalmazia veneta in particolare.
Ora per riprendere il viaggio con una grande storia alle spalle, è assolutamente necessario riferirci al gonfalone marciano e ripetere, come quel contadino impiccato dagli imperiali a Verona, perché non rinnegava Venezia: “MI SON MARCHESCO, E MARCHESCO VOJO MORIR !”.
Senza il Leone non vi è storia, senza il Leone non vi è memoria, non siamo nulla; torneremo ad essere solo quei giacobini fermi al 1797, che rinunciarono alla loro nazione antica di 3000 anni di storia, e che Venezia, solo lei, aveva ricomposto.
Bravo Milo, “sensa Lion no’ ghe xe memoria”. Xe anca vero che Venessia la xe nata dai tanti (romani & veneti de teraferma) che, scampai da i barbari, i se ga’ rifugià prima a Torcelo e dintorni, Metamauco poi Rivoalto e comunque la Venetia fu senpre cosmopolita.