VENETKENS FIERI DI ESSERLO, ALLORA… TANTO DA INCIDERLO SULLA PIETRA.
di Centro studi La Runa.it
La stele di Isola vicentina è una lastra di pietra basaltica, di forma irregolare, con un’iscrizione e alfabeto venetici. L’iscrizione, integra, si dispone su quattro righe, la scrittura va da destra a sinistra e da sin. a destra. con un capovolgimento irregolare delle lettere a righe alterne, non c’è divisione tra le parole.
L’alfabeto è quello tipico di Vicenza e territorio, con la T a croce (X) e la M a quattro tratti.
IAT.S.VENE.T.K
E.N.S.O.ST.S.KE.E.NO
ZENES.LAIONS.
ME.U.VHASTO
In traduzione interpretativa: IATS VENETKENS OST KE ENOGENENS LAIONS MEU FASTO.
Il senso generale dell’iscrizione è nell’ultima parte: meu fasto corrisponde, con picole variazioni, alle parole venetiche già note mego e fagsto e significa “mi fece” (veneto moderno “me ga fato” )… la mancanza di contesto archeologico non ci permette di sapere se è un contesto religioso o civile.
Per quanto riguarda le altre forme, iats, osts, enogenes, sono già noti da altre iscrizioni venetiche, di particolare importanza è la parola VENETKENS, perché è la prima attestazione in assoluto nel Veneto di un aggettivo derivato dal nome dela popolazione stessa dei Veneti.
La struttura dell’iscrizione pone alcune difficoltà, perché deve conciliare il verbo al singolare con la presenza di cinque forme al nominativo (iats, venetkens, osts, enogenes, laions) da riferire tutte ella stessa persona.
Secondo una possibile interpretazione, Iats è il nome proprio, e gli altri termini sono aggettivi riferentesi alla sua posizione nella società. “osts”, straniero, ospite, “enogenes” nativo, letteralmente ‘nato dentro’, “laions-2 potrebbe essere un etnico (forse del popolo celtico dei Laevii). In conclusione potrebbe trattarsi di un personaggio di origine straniera (celtica?), ma ormai inserito nel mondo veneto.
“Iats, venetizzato straniero, e nativo Laions, mi fece.”
NDR.
Insomma, allora come ora, “Veneto è chi veneto fa” e la nostra maniera di essere ci ha portato ad assorbire allora anche Celti e qualche probabile insediamento Etrusco, per non parlare della immigrazione latina attratta dalla fertilità delle nostre terre. Proprio come oggi, ma il limite invalicabile all’apporto di genti “foreste” è la rinuncia alla nostra identità che affermammo allora, e che continuiamo volere che sia rispettata oggi.
Proprio in questo spirito ho riprodotto un guerriero venetico ricavando la figura da una lamina bronzea trovata a Vaçe, in Slovenia, sormontandolo con il termine VENETKENS di Isola Vicentina.
Chi fosse interessato può contattarmi. La base è in marmorina misura cm 28 per 20, ma sconsiglio l’esposizione esterna per la rifinitura in acrilici e gommalacca atta a riprodurre il colore del bronzo.
bello spunto, ma si tira abbastanza ad indovinare…
Molto interessante.