VENEZIA INVENTA L’OPERA LIRICA a pagamento
di Milo Boz
Il teatro e l’opera a Venezia avevano una grande funzione sociale di aggregazione: alle rappresentazioni partecipava tutta la città, la nobiltà, i borghesi e i popolo, affinando sempre più i loro gusti in fatto musicale e creando un corto circuito con gli artisti che miglioravano così la loro arte. Ce lo spiega William H. Mc Neill, autore di “Venezia cardine d’Europa, 1081-1797” in questo modo:
– Dal punto di vista musicale, Venezia entrò nel suo periodo di maggiore influenza solo dopo la prima metà del diciassettesimo secolo. L’esecuzione a livello professionale di musica profana, rivolta ad un pubblico che pagava per poter essere ammesso allo spettacolo, ebbe la sua origine a Venezia, dove, nel 1637 fu aperto il primo teatro dell’opera. Compositori ed esecutori agirono da pionieri esplorando nuove dimensioni musicali; i più famosi di questi, Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi furono direttori musicali di San Marco, sebbene vengano più che altro ricordati per varie composizioni di musica profana…
L’usanza di affittare palchi a famiglie nobili dette immediatamente luogo alla formazione di un pubblico molto esperto poiché divenne abituale per i possessori dei palchi, assistere quasi ogni sera alle rappresentazioni, mentre nel retro essi potevano giocare a carte, pranzare, e divertirsi in altri modi alternando questi svaghi, a periodi di serio ascolto ed attenzione alla scena. In queste circostanze il gusto subì una rapida evoluzione: gli attori e gli impresari erano stimolati a raggiungere livelli sempre più alti, e il pubblico, la gente comune della platea, imparò a gareggiare con i nobili nella professionalizzazione de gusto. L’opera divenne un luogo di diletto e di educazione ma anche di distrazione dai problemi quotidiani. –
Mi precisa l’amica Luigina Pizzolato, grande conoscitrice del settore, che: