VENEZIA, ISOLA A SE’, COME SALVARLA. UN BELL’ARTICOLO DA VENESSIA.COM
Di Pieralvise Zorzi.
Con il massimo rispetto per i pochi ma attivissimi networks Guardiani della Laguna, credo sinceramente che si stia perdendo tempo. Credo che si stia parcellizzando energie che in più occasioni ho constatato essere notevoli in tanti piccoli progetti. Tutti lodevoli, certo, ma è come schiacciare le pulci mentre il mastino va avanti per la sua strada.
Ora è indubbio che si debba dare una risposta alla domanda “quis custodiet ipsos custodes?” soprattutto ora che i “custodes”, anzi, il “custos” è alquanto sconcertante. Eppure, è questa la soluzione ai problemi di Venezia Insulare? Ovvero: in una visione di Venezia futura, è meglio far le pulci al mastino o ridisegnare il territorio dove sorge la sua cuccia?
In termini più professionali, credo fermamente che si debba passare da una microvisione di Venezia ad una macrovisione. Questa ci porta inevitabilmente ad identificare il vero problema: cos’è Venezia?
Forse è un albergo diffuso. Forse è un parco divertimenti. Certamente è una città d’Arte e di Storia. Certamente è una città confusa politicamente ed amministrativamente, perché come tutti sappiamo Venezia non è solo Venezia, ma anche Mestre, Marghera, eccetera.
Cosa tutela quindi l’Unesco: un centro storico, un pezzo di una città metropolitana, un ricordo? Dove vanno a finire i soldi per Venezia: a sanare gli infiniti mali fisici e sociali della defunta Serenissima o spalmati nei tortuosi grèbani di terraferma?
Ecco perché ritengo sia ora di concentrarci tutti su un macroproblema: cos’è Venezia e cosa sarà. Ecco perché questo problema si può leggere anche con una parola sola: separazione.
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