Venezia libera da sempre
di Danilo Lazzarini.
Pompeo Gherardo Molmenti (Venezia, 1852 – Roma 1928), storico e scrittore veneto di origini friulane, sottosegretario alla Pubblica Istruzione del neonato regno d’Italia, fa, una interessante quanto sintetica considerazione suillo spirito di Venezia alle sue origini, amplificato e perpetrato, mai contraddetto, nei lunghi secoli del suo splendore.
L’argomento era stato trattato dallo storico tedesco August Friedrich Gfrörer (1803-1861), autore di una Storia dei Carolingi dell’est e dell’ovest (Friburgo, 1848) che influenzarono probabilmente la riflessione.
Credo che la saggezza dello scritto del Molmenti sia qui espressa in tutta la sua evidenza, e che decreti una volta per tutte che il Dogado nasce con un’indubbia volontà di indipendenza.
Eventuali predisposizioni verso i potentati del tempo, sono state dettate da motivi esclusivamente politici, aventi come unico scopo il mantenersi relativamente sovrani, dati i tempi, fino a quando la crescente potenza potesse permettere la completa indipendenza della Civitas Rivoalti. Citiamo la sua considerazione :
“Nel trasferimento della sede ducale nelle isole realtine non si vuole vedere solamente la necessità di preferire luogo più interno e più sicuro, ma altresì di raccogliere e di fondere in un sito senza anteriore importanza la somma dei migliori elementi di varia origine, dispersi per l’estuario”.
D’altra parte, mutazione di sede significava mutazione di sistema politico: e, se Eraclea aveva rappresentato il predominio greco, Malamocco la tendenza verso i Franchi, Rialto finalmente, esprimeva il concetto dell’indipendenza nazionale.
Angelo Partecipazio, Nell’814, dinnanzi al supremo pericolo della Patria, bonificava i terreni paludosi, creava un Magistrato per assicurare i lidi dall’impeto delle acque, abbelliva le fabbriche, univa con ponti le isole ed assodava lo stato. Da questo momento incominciava l’illustre Venezia”.
E verrebbe da aggiungere: Fiat lux in attesa della Civitas Venetiarum