I Fratelli Canozi da Lendinara, geniali Maestri di Intarsio
di Elisa Padoan.
I fratelli Lorenzo Canozi (Lendinara 1425 – Padova 1477) e suo fratello Cristoforo (1426 – 1477) sono tra i principali esponenti di una spettacolare tecnica artistica, l’intarsio.
Essi rappresentano l’eccellenza e la punta di diamante nella sperimentazione di un’arte che è in continua evoluzione. Scopriamo le meraviglie dell’intarsio ligneo.
Le meraviglie dell’intarsio ligneo: i Canozi e l’originalità della tecnica
Lorenzo e Cristoforo Canozi conoscono l’arte dell’intaglio e della tarsia. Sono i divulgatori di una scienza, quella della prospettiva rinascimentale: li caratterizza una ricercata sensibilità pittorica e, allo stesso tempo, l’abilità nella scelta delle essenze lignee e nell’accostamento tra le stesse.
A tal punto che arrivano a sviluppare sapientemente ed in modo innovativo l’arte della tarsia, il particolare taglio dell’essenza poi, conferisce volume alla figura.
Ne trovano la geniale applicazione con la realizzazione di splendide opere: pannelli dei cori, cassettoni ma anche stipi e pure studioli di chiese, per monasteri e per residenze signorili.
Dai legni si possono ottenere vari toni di colore ed anche particolari effetti cromatici. Questo utilizzando anche alcune tecniche, ad esempio la tecnica della bollitura oppure quella dell’immersione in specifici olii bollenti. I Canozi divulgano questa particolare arte lignea che fiorì nei territori dell’alta Italia nel periodo tra il 1460 e il 1490. Si tratta di una tecnica assolutamente suggestiva.
Inoltre il loro stile è spoglio ed essenziale ma devoto ai canoni di Piero della Francesca loro contemporaneo ed è esaltato nella rappresentazione di vedute urbane, nelle nature morte e nella riproduzione di strumenti musicali, di oggetti liturgici e di oggetti domestici. A volte si rappresentano anche libri e figure di Santi. Le loro opere sono vere e proprie pitture lignee.
L’opera dei fratelli Canozi e le meraviglie dell’intarsio ligneo
Lorenzo Canozi lavora insieme al fratello Cristoforo nella bottega di famiglia. Attraverso le loro opere, l’arte della tarsia diventa un vanto italiano, famoso nel mondo. Graazie anche all’opera del veronese Fra Giovanni da Verona il quale fu un illustre precursore della lavorazione artistica del legno.
Risulta fondamentale il legame dei Canozi con Piero della Francesca. Esso contribuisce a rafforzare il tessuto relazionale tra gli artisti e questo facilita il reperimento di nuove commissioni. Lorenzo e Cristoforo lavorano insieme al grande Pittore nella città di Ferrara.
I fratelli Canozi operano successivamente alle tarsie della sacrestia della Basilica di Sant’Antonio a Padova in collaborazione con il modenese Pier Antonio degli Abbati;. Troviamo poi la loro opera principalmente nelle città di: Venezia, Modena e Parma.
La tecnica dell’Intarsio
La tecnica consiste nell’accostare tra loro le essenze lignee ma talvolta, anche altri materiali, come avorio, osso o madreperla. L’operazione di intaglio viene eseguita in modo da far combaciare perfettamente tra loro i tasselli e questo fino ad ottenere dei disegni anche di notevole complessità.
I diversi colori dipendono dalle tinte proprie delle varie essenze. Esse poi variano ulteriormente e cambiano a seconda del taglio e dell’inclinazione delle venature. Tutti questi accorgimenti comportano la variazione della rifrazione della luce sulla superficie.
Allo scopo di raggiungere determinate variazioni di colore, talvolta si ricorre alla tintura dei pezzi che si ottiene bollendoli con sostanze coloranti. I toni più scuri sono ottenuti tramite un determinato processo: la brunitura con ferri roventi. La tarsia viene impiegata a scopo decorativo, principalmente su mobilio vario, su porte e anche su mobili da sagrestia, da studiolo e su oggettistica.
I soggetti dell’Intarsio
Si tratta di soggetti antesignani del paesaggio e della natura morta. Essi in pittura, nel Rinascimento, non hanno ancora una propria autonomia espressiva.
Frequenti sono oggetti come: coppe sfaccettate; clessidre ma anche candelabri e compassi. Spesso troviamo anche solidi geometrici e gabbie di uccelli. Un soggetto molto frequente è l’armadio semiaperto che è realizzato lasciando intravedere il corredo tipico dello studioso come libri o strumenti musicali.
La città di Lendinara ospita un museo che conserva alcune opere. Altre, più significative possono essere ammirate in varie località dove i Lendinaresi operarono.
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libero adattamento da Le meraviglie dell’intarsio ligneo e il genio dei fratelli Canozi