VENEZIA VUOLE LAICA ANCHE L’UNIVERSITA’ DI PADOVA.
Pochi hanno presente il fatto che “l’oligarchica” repubblica di san Marco, in realtà pose le basi dello stato moderno, come giustamente sottolinea più volte, nei suoi libri, ivone Cacciavillani. Venezia si smarca dalla chiesa romana vista come potere concorrente, e ha una concezione dello stato, assai laica, molto simile a quella in uso oggi nelle democrazie occidentali, ma, a differenza ad esempio dello stato francese attuale, ribadisce, e non nega, le radici cristiane della società. Insomma, pratica il detto di Gesù: “Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio”. Ed è la prima volta, dopo 1500 anni di cristianesimo, che tutto viene codificato, grazie anche al pensiero del grande Paolo Sarpi. Un piccolo esempio ve lo offro oggi. Tutto questo, inutile dirlo, è mancato nel mondo mussulmano, fino ad oggi. E credo mancherà sempre.
Il 21 febbraio 1517 si nominano tre riformatori allo studio di Padova (così era chiamata l’università) che sostituiranno d’ora in poi i vescovi nella vigilanza dell’università stessa. Le competenze dei Riformatori includono il metodo di insegnamento da seguirsi, il numero delle cattedre da assegnare, le ore di insegnamento e la nomina dei docenti.
Inoltre tutte le scuole pubbliche e private dello stato, (ad eccezione dei seminari soggetti alle autorità ecclesiastiche e all’-accademia Militare di Verona) dipendono dai Riformatori: l’-accademia dei Nobili alla Giudecca e tutte le Accademie di Scienze, Lettere e -arti, sia pubbliche che private. I Riformatori hanno infine l’onere della censura, dell’approvazione dei libri, e della vigilanza su biblioteche, gallerie, musei e stamperie. (Cfr. Da Mosto 217).