Le fave dei morti
Ogni anno tra il primo e il due novembre nelle pasticcerie venete si espongono le colorate “fave dei morti”, dolcetti (visibili a lato) che affondano le proprie origini nell’antica tradizione di consumare fave arrostite per celebrare la ricorrenza dei morti; usanza che tra l’altro potrebbe aver contribuito a dare il nome a “calle della fava” a Venezia.
Questa pratica pare abbia origini molto antiche tanto che già nel VII-VI secolo a.C nell’area del Mediterraneo le fave erano legate al mondo dei morti; gli storici non concordano sul motivo preciso, ma secondo alcuni ciò è dovuto prettamente per motivi estetici: il fiore della fava, visibile nella foto accanto, è bianco (simbolo di purezza) e macchiato al centro di nero(simbolo di morte), inoltre se le fave secche vengono lasciate in bagno in acqua tendono a tingerla di rosso (ricordando così il sangue).
Con l’avvento del cristianesimo il legame tra fave e morti non venne perso, si usava infatti mettere sul davanzale e sugli angoli delle strade ciotole colme di fave.
Oggi le fave naturali sono state sostituite dai dolcetti “fave dei morti” le cui colorazioni sono sempre identiche e codificate: il bianco simboleggerebbe la nascita, il rosa la vita e il marrone la morte.
Ad essa si associa anche una leggenda, di cui ci siamo già occupati in passato.