ALMERIGO D’ESTE, un eroe veneto “foresto”, come tanti, che sacrificò la vita per il Leon
Almerico d’Este (8 maggio 1641 – 14 novembre 1660) era figlio di Francesco I (1610-1658) e di Maria Farnese (m.1646).
Sepolto poi nella basilica di S. Maria Assunta dei Frari, fu un eroe nella guerra di Francesco Morosini in Morea.
All’età di quindici anni iniziò a seguire il padre nelle imprese guerresche, che furono tante. Ma principalmente ebbe notorietà nel segnalarsi nella campagna del 1658 e poi all’assedio diMortara. Mortogli in padre, in quest’anno, Almerico si ritirò a Modena in attesa di un’occasione propizia per riprendere le armi.
Nel 1660, conclusosi la pace dei Pirenei, aiutò Venezia contro i turchi, al comando di un corpo di milizie che il Mazzarino inviò in soccorso della Serenissima, durante la guerra di Candia.
Giunto a Cerigo Almerico ebbe l’incarico di assalire i forti di Calami, Calogero, Santa Veneranda e Apicorno. Condusse con irruenza la sua milizia che ebbe la ventura di sorprendere gli ultimi due forti ed impossessarsene, obbligando Assan Bassà ad abbandonare le piazzeforti e a rifugiarsi a La Canea.
Nello stesso anno una febbre perniciosa, sopravvenuta improvvisamente, lo costrinse alla totale inerzia, però appena convalescente, volle essere tra i primi a portare le sue milizie all’attacco della Canea, e sospinse con ordine e con veemenza i veneziani all’assalto, ma, per quanto osasse, non poté resistere all’enorme numero di nemici e fu sconfitto. Questo fatto non fece che indebolire la sua già precaria salute che pochi giorni dopo morì, nel 1660.