ANCHE RENZO TRAMAGLINO SCELSE SAN MARCO
Renzo Tramaglino scappò da Milano “impiccona” e si rifugiò a Bergamo portandoci anche Lucia, nella terra delle libertà e delle autonomie, dove ci si autogovernava sotto l’ombra protettiva delle ali del Leon. Lo fa notare lo storico Giuseppe Gullino in un piccolo saggio su “lo stato da Tera e lo stato da Mar”. Ecco cosa scrive:
Oltre al decentramento amministrativo la pace sociale fu nel complesso garantita grazie ai complessi equilibri creati dal governo veneto per la protezione delle classi meno abbienti, come-lo ricordavo sopra- l’avvolgente sistema delle corporazioni artigianali o l’elasticità del sistema dei prezzi dei cereali venduti nelle città, e ancora, in Terraferma, nel contenuto livello dell’imposizione fiscale.
Per fare un esempio macroscopico si spiega così, anche così, il passaggio dell’Adda del manzoniano Renzo Tramaglino, che sul far dell’alba fugge dalla Milano spagnola, tumultuante e impiccante, e cerca di rifugiarsi nella civile Bergamo, allora veneziana. Promessi Sposi, cap. XVII:
Onde, accennando col capo quella macchia biancastra, disse al barcarolo che lo traghettava: è Bergamo quel paese?
La città di Bergamo, rispose il pescatore.
E quella riva lì è bergamasca?
Terra di san Marco.
Viva san Marco! Esclamò Renzo.
E da Bergamo Renzo e Lucia non si mossero più; si sposarono, misero su famiglia, e rimasero sotto san Marco; nel loro paese natale non tornarono. Se lo dice Manzoni, che è milanese, c’è da crederci.
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