La bocca del Leone e la Giustizia Veneta
di Antonia dei Todeschi.
Altro “terribile” simbolo che piace molto ai documentaristi della storia della Serenissima è la Bocca del leone utilizzata per raccogliere le denunce segrete. In merito a questa forma di delazione e alle procedure previste vi invito a leggere quanto esposto. Precisiamo intanto che le denunce raccolte nella bocca erano segrete ma non necessariamente anonime. Nei due casi seguivano procedure differenti.
Esistevano procedure codificate e stabili per garantire sia la Repubblica, sia il supposto colpevole.
Lodevolmente questa pratica era applicata sia per piccoli reati sia per grandi eventi, già in epoche in cui altrove la giustizia era sommaria, o al massimo esercitata dal signore del posto. Un caso che ha fatto scalpore e ancora oggi ampliamente travisato è stato la condanna del Conte di Carmagnola.
In realtà le norme procedurali che venivano applicate nello svolgimento di un processo offrivano agli accusati tutte le garanzie possibili di giustizia particolarmente rispetto a possibili abusi di potere e di intolleranza. È vero che si poteva partire anche da una denuncia privata, la famigerata bocca del leone, ma anche da organismi ufficiali pubblici.
Denuncia sottoscritta
Se la denuncia era sottoscritta, si votava se accettarla o meno e se non si raggiungevano i quattro quinti dei votanti essa veniva respinta. Si poteva rinnovare la votazione per la stessa sentenza cinque volte di seguito, ogni volta su richiesta di un membro del Maggior Consiglio. Non raggiungendo mai il numero dei voti richiesti la denuncia veniva definitivamente scartata.
Se giudicata di competenza di altri tribunale, a questi veniva demandata.
Denuncia anonima
Per le denunce anonime si procedeva con ancora maggior circospezione e prudenza: “Conteneva la denuncia materia di Stato o di altro interesse pubblico?” Su questa domanda il Consiglio dei X aveva l obbligo di pronunciarsi attraverso una votazione e, per passare, la mozione aveva bisogno di riportare i cinque sesti dei votanti.
Riconosciuto l’argomento della denuncia in materia di Stato è inerente alla sua sicurezza, si procedeva ad una nuova votazione per decidere con una maggioranza di quattro quinti se accettare o meno la denuncia stessa.
Indagine
In caso di raggiunta maggioranza, e solo allora, il segretario la registrava nello speciale registro e avviava la pratica istruttoria come una inchiesta orientativa di conferma. Si interrogavano le persone ritenute a conoscenza dei fatti, su raccoglievano informazioni sull’ambiente che l’accusato frequentava e a volte lo si faceva pedinare.
Se in seguito a queste operazioni risultavano confermati tutti o la maggior parte degli estremi della denuncia, questi veniva arrestato per essere in seguito processato e condannato ma solo se durante il dibattimento veniva confermata la sua colpevolezza.
Dopo aver subito l’interrogatorio, all’ imputato veniva data comunicazione delle accuse affinché potesse procurarsi un difensore di sua scelta. Se ciò non avveniva gli era destinato un legale d’ufficio.
Tutta questa procedura veniva denominata “INTIMAR LE DIFESE”.
Tratto da: “Itinerari segreti del Palazzo Ducale” di Umberto Franzoi