di Theusk

L’isola di
Burano ha origini molto remote: era “vicus” quando Torcello era “civitas” e conserva tuttora le prerogative di “
vicus maritimus“.
Porterebbe il nome di una porta di Altino detta “Boreana” perché esposta al vento di Bora. Nel suo sottosuolo l’isola conserva ancora le fondazioni degli edifici eretti dai profughi altinati perché fu l’unica delle isole della laguna nord a non essere abbandonata per via della malaria.
Essa ne fu indenne, sia per la sua maggior distanza dalle paludi di acqua dolce, sia per trovarsi in posizione di sopravento rispetto ai venti dominanti ricevendo perciò aria dal mare (mentre le isole più ad occidente ricevono aria dalle lagune superiori, dalle valli Dogà, Dragoiesolo e Grassabó, che nel passato furono soggette alla malaria).
I buranelli quindi sono i discendenti degli altinati e possono farsi vanto di una discendenza così nobile.
Gli studiosi di filologia affermano che questa discendenza risulterebbe dimostrata anche dalla cadenza nel parlare, caratteristica in un allungamento delle vocali. Tale singolarità fonetica è in comune con gli abitanti della fascia costiera che va dalla Brenta alla Livenza, e cioè del territorio altinate.
Come distribuzione planimetrica, Burano riproduce più in piccolo Venezia, con i suoi canali interni intersecati tra loro e questa intersecazioni dei canali, che squadra le isole, dimostra che queste sono artificiali, perché in natura non esistono canali con deviazioni a 90°: “natura non procedit per saltus“.
Anche qui, come a Venezia, il terreno è stato in gran parte riportato dalla mano dell’uomo.
Alcuni storici ricordano una “Burano da mar”, diversa dall’attuale, e cioè ritengono che l’isola alla quale i profughi di Altino dettero il nome di Boreana, non fosse stata l’attuale, ma un’altra isola molto più avanzata verso il mare aperto; e ritengono che poi, in una seconda epoca, per timore di erosioni marine, quelle genti si siano trasferite nella più arretrata Burano di oggi.
Il Miozzi afferma però che in quelle zone non si ebbe mai erosione, ma piuttosto un ulteriore apporto di sabbie considerando anche il fatto che nei tempi antichi il litorale era di molto arretrato rispetto alla posizione odierna per cui la Burano attuale si trovava molto più vicina al mare aperto di quel che non sia ora e forse è proprio da questa sua prossimità al mare, che oggi non è più, a far credere che in antico sia esistita un’altra Burano: quella da mar.
Probabilmente, per gli insidiati dalla malaria, l’isola di Boreana rappresentó la sicurezza, non solo nei riguardi della salute ma anche dalle invasioni nemiche perché ben circondata da ampi specchi d’acqua e pertanto divenne un ambito centro di abitazione perché in grado di dare a quelle popolazioni la stessa sicurezza delle isolette di Rialto.
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