CAPODISTRIA, LA PERLA DEL GOLFO DI VENEZIA
RIASSUMO qui la storia di una città cara a tutti noi Veneti, ricordando che, prima della Terraferma, le terre dell’Istria e della Dalmazia divennero parte dello stato con il particolare che l’Istria era parte integrante dello stato “da tera”come il nostro Veneto attuale. Fratelli di sangue, gli istriani.
“Capodistria, situata sopra un roccioso isolotto poi unito alla Terraferma, già colonia romana e rifugio di cittadini romani, non è lontana da Trieste (da “Terg” -mercato- ed “Este” città ì, ovvero ‘Targeste’, dove, guidati da Giasone, approdarono gli Argonauti, in cerca del mitico ‘vello d’oro’ e qui, reduci da Troia, sbarcarono Antenore e Diomede.
Nel 568, a causa dell’invasione dei Longobardi, Capodistria diventa repubblica indipendente. In seguito nel 933, sarà presa d’assalto dal Doge, che organizza un blocco marittimo e ‘convince’ il marchese ad accettare la protezione di Venezia, che vuol dire sopratutto utilizzo gratuito del porto, base amica. il marchese si impegna a fornire al doge, a titolo simbolico, il tributo annuo di 100 anfore di vino in cambio della protezione della Repubblica, e l’autorizzazione a smerciare liberamente in laguna i prodotti locali istriani.
Questo episodio, conosciuto come i ‘patti di Capodistria’ sara il primo di altri patti con cittadine costiere istriane e dalmate, che porterà Venezia ad ottenere una serie di approdi, con stazioni di posta o luoghi di rifugio, i quali saranno la base del futuro ‘stato da mar’. il più duraturo di tutti gli imperi d’oltremare europei, perché durerà fino alla caduta, nel 1797. Anche se l’Istria farà sempre parte de lo “Stato da tera” (Venetia et Histria, come era anticamente).
Capodistria subisce vicende diverse. Appartiene al Patriarca di Aquileia dal 1232, per unirsi in maniera definitiva a Venezia nel 1278, anno in cui sarà proclamata Caput Histriae, ovvero capoluogo dell’istria. Con la dominazione francese, viene incorporata nel ‘Regno dell’Illiria’. Nel 1815 passa all’Austria, perdendo il titolo di capoluogo, che passa a Parenzo.
Nel 1866, il mancato arrivo delle truppe italiane fomenta l’irredentismo espresso da Nazario Sauro. Con la fine della prima guerra mondiale la città passa all’Italia che, come sappiamo, la perde nuovamente alla fine del secondo conflitto mondiale. Viene assegnata alla zona B di Trieste e quindi amministrata dalla Iugoslavia, Ciò causerà un a partenza volontaria degli istriani di lingua italiana, peraltro non adeguatamente accolti dalla madrepatria.
Libero sunto da Atlante storico della Serenissima di G. Distefano