“Duri i banchi !” la storia di una espressione veneziana
A Venezia, quando uno è in difficoltà, lo si incoraggia con l’espressione
“Duri i banchi !“,
che deriva dal fatto che i rematori nelle galee veneziane quando la nave andava a speronare la nave nemica, nel momento dell’impatto il capitano gridava “duri i banchi” perché lasciassero i remi e si afferrassero ai banchi di voga, così da sostenere l’impatto. Infatti in battaglia, essi erano al coperto da pannelli di legno che li riparavano dai dardi nemici.
sopra
copertina del libro di Guido Ercole, Duri i banchi, del 2007
(nota: galea a terzarolo o interzata, costituita da tre remi e tre vogatori per banco, contava 144 remi per 144 vogatori disposti su 24 banchi; oppure una galea a scaloccio, con ogni remo manovrato da cinque vogatori per banco, in tutto 48 remi e 240 vogatori, sempre su 24 banchi. Il primo sistema di voga, più antico, venne utilizzato fino alla metà del ‘500)