GLI ESULI VENETO ISTRIANI, UN ARTICOLO DI RUMIZ CHE “STRENZE EL CORE”
In Istria c’è un vecchio paesino fantasma. Era abitato da italiani ma dal 1954 non c’è anima viva. I muri delle case sono “perfettamente” sbrecciati. Paolo Rumiz ci arriva da Trieste in compagnia di un vecchio esule che ha impiegato quasi settant’anni per ritornare a visitare la dimora che lo aveva protetto dai tedeschi
Cercammo qualche segnalazione stradale, ma niente. Sembrava che del luogo fosse scomparso anche il nome. Eppure la direzione pareva giusta, una contadina croata ci aveva detto di continuare. Anche la guida dell’Istria ci confortava: dovevamo superare un torrente su un ponticello di traversine in ferro, e noi l’avevamo superato. Ma la strada era strettissima, fangosa e chiusa in un tunnel di sterpaglia. Le fronde grondanti di pioggia graffiavano la carrozzeria ed entravano dalle fessure dei finestrini impedendo la vista sulle colline. Alla fine la macchina si impantanò e una ruota si mise a girare a vuoto in un canale. Nel tentativo di riportare l’auto in carreggiata usammo il crick, che si ruppe. Tutto andava storto, era come se il luogo ci respingesse.
Ci mettemmo una mezz’ora a uscire dal fango a forza di spinte. A quel punto l’unica cosa sensata era proseguire a piedi. Così lasciammo l’auto in uno slargo provvidenziale e ci inoltrammo per una salita sassosa, senza troppa fiducia di essere sul giusto. Non passava anima viva, nemmeno a piedi, ma la meticolosa guida di Dario Albèri insisteva a farci continuare ancora per due chilometri in direzione della frontiera slovena. Il paese-fantasma, stava scritto, era lassù, “totalmente abbandonato, a 320 metri d’altezza”. Leggemmo ancora: “Le case vuote, senza porte e finestre, e le strade infestate di robinie danno un senso di sgomento”. CONTINUA 20634627/http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/08/19/news/il_grande_abbandono_di_vergnacco_il_paese_deserto_da_quasi_60_anni-20634627/