I DUE ILLUSTRI “INNOMINATI” DI FELTRE. UNA CITTA’ CHE LI TRASCURA.
di Millo Bozzolan
LETTERA INVIATA NEL 2012 ALL’ASSOCIAZIONE “IL FONDACO” DI FELTRE
Vi scrivo a proposito delle due statue barocche “innominate”, che fanno notevole figura sotto il loggiato del palazzo dei Rettori oggi del teatro la sena. Non so se attualmente siate riusciti a scoprire chi sono, ma vi offro quanto ho scoperto io in merito, certo ormai della loro identità.
La presenza di questi due personaggi è una eccezione unica, credo, nel panorama del dominio di Venezia, poiché, come saprete, non era ben visto, anzi era scoraggiato in ogni modo il culto della personalità. tanto che il Senato fece ricoprire nel 1691 (mi pare) tutti gli stemmi dei Rettori che erano stati posti a Feltre e a Belluno, come nelle altre città dell’entroterra.
Ma per questi due personaggi è stata fatta un’eccezione, probabilmente dopo la loro morte, per ricordare attraverso essi qualche cosa di epico in cui si erano distinti. Esaminando le figure si capisce che sono due capi militari, dato che indossano la corazza, quello sulla destra, è cinto anche da una sciarpa, segno di comando, e ha poggiato sul terreno un elmo piumato.
Questo è quanto si ricava, e non avrei progredito oltre, se non avessi ripreso tra le mani il secondo volume della “storia della Marina Veneziana”, di Mario Nani Mocenigo, edita di recente dal Gazzettino. A pagina 337 mi imbatto in una figura che mi è familiare; è come un lampo “E’ il personaggio raffigurato in una delle due statue di Feltre!” esclamo tra me. confronto allora la stampa settecentesca con l’immagine ricavata da internet e tutto combacia alla perfezione. Stessa postura del corpo, dalle gambe al braccio sulla destra, solo l’altro è ripiegato perché la nicchia non consentiva la sua stesura completa.
Corrisponde tutto, il volto, il corpo robusto, l’abbigliamento. E’ Lodovico Flangini, comandante di squadra di fresca nomina per il grande valore militare, morì in un cruento scontro con il turco nel 1717, e la sua salma ricevette solenni onori a Venezia, ove si proclamò il lutto nazionale. L’altro, anche per evidenti assonanze di costume, non può che essere L’Ammiraglio Capitano General da Mar comandante supremo della flotta e suo superiore diretto. Nello stesso volume ho trovato anche l’effige del Pisani e anche qui somiglianze notevoli, persino nello sparato a bavaglio, forse insegna di grado, non presente nel Flangini.
Fu l’ultima vicenda epica della Repubblica, l’Austria alleata la abbandonò con una pace separata, e tutte le vittorie furono vanificate. Lo sforzo enorme in uomini e denaro piegò lo stato veneto in maniera definitiva, e ancora a fine ‘700 si stavano pagando o debiti di quell’impresa. Lo scalpellamento dei nomi, se la mia ipotesi è giusta, è stato un atto di sfregio dell’occupante francese, poiché le statue furono di certo erette dopo l’ordinanza del 1691, facendo un’eccezione alla regola. Furono poste a Feltre (a Venezia sarebbe stato impensabile) probabilmente su richiesta del Consiglio della cittadina, forse perché uno dei due, o tutti e due, furono rettori nella città, questo potrete scoprirlo voi magari. Vi pregherei di girare questa mail anche alla prof. Tiziana Conte, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa. Mi legge per conoscenza la prof. Doretta Davanzo Poli di cui sarò lieto di sentire un parere.
Cordiali saluti millo bozzolan
A TUTT’OGGI LE STATUE SONO SENZA NOME E NON HO MAI AVUTO RISPOSTA non solo.. il gruppo mi ha bannato da facebook 😀