di Theusk

Durante i primi secoli della sua storia Venezia ebbe una posizione ambivalente; era sí ancora parte subordinata di un’antichissima potenza marittima quale l’Impero Bizantino ma al tempo stesso dovette agire in difesa del pacifico scambio di merci e non esitó a ricorrere alla violenza per difenderlo. L’attività di polizia fu dal principio alla fine attività dominante nell’Adriatico.
Qui Venezia estese gradualmente il proprio controllo prima sull’alto Adriatico, poi sulla Dalmazia e nel tratto mediano, infine, meno saldamente sul basso Adriatico, agendo in tutte e tre le zone o come parte dell’Impero Bizantino o come suo alleato indipendente.
Con l’indebolirsi della flotta bizantina, i veneziani diventarono essi stessi i rappresentanti di Bisanzio e a essi toccó il compito di proteggere il flusso commerciale nell’ansa terminale dell’Adriatico.
L’acquisizione del Golfo di Venezia fu l’impresa principale dei Dogi della famiglia Candiano che governarono Venezia per la maggior parte del secolo X. Pietro Candiano II ridusse Comacchio in cenere quando i suoi abitanti, ripresisi dal sacco del secolo precedente, iniziarono a depredare i commerci veneziani.
Lo stesso Doge conquistó Capodistria e quando alcune città istriane lanciarono una generale campagna piratesca contro le navi venete, le mise in ginocchio vietando ogni commercio con esse privandole così del sale e di altri generi di prima necessità.
Anche suo figlio, Pietro Candiano III, si serví con successo del boicottaggio economico in una disputa con Aquileia.
Non tutte le terre che si affacciavano sul Golfo di Venezia erano politicamente soggette al controllo veneziano ma dopo il declino di Ravenna nessuna città del golfo creó una Marina militare o mercantile in grado di sfidarne la flotta.
Pietro Orseolo II esercitó con successo questa potenza marittima anche nel basso Adriatico. Nel 1002 guidó una flotta che salvó Bari dalla conquista mussulmana, ma precedenti spedizioni veneziane in questo tratto di mare furono intraprese anche contro i saraceni che si erano spinti, con i loro contrattacchi, anche nell’alto Adriatico, fin dentro il golfo di Venezia.
Un intervento veneto realmente decisivo nel basso Adriatico si ebbe nel 1080 quando i veneziani difesero l’imperatore bizantino e allo stesso tempo il loro commercio, contro un nuovo nemico, il principe normanno Roberto detto il Guiscardo (astuto). Questi aveva conquistato Bari, Amalfi e Salerno nel 1076 e progettava di estendere il suo potere conquistando la Grecia e forse la stessa Costantinopoli.
Nell’opporsi a queste spericolate ambizioni del Guiscardo i veneti svolsero una parte di primo piano in una lotta che coinvolgeva le grandi potenze del mondo e fu la prima delle molte in cui Venezia avrebbe svolto un ruolo del genere. La vittoria navale veneziana di Durazzo, assediata dal Guiscardo non impedí ai Normanni la conquista della città, ma da parte dell’Imperatore bizantino Alessio ci fu piena soddisfazione per l’operato al punto che ricompensò i veneziani con l’emanazione della Bolla d’Oro del 1082 che concesse loro privilegi commerciali e l’esenzione dai dazi. I veneziani avevano dato prova convincente delle loro risorse navali e delle loro capacità e risolutezza e da quel momento, sebbene le navi greche combattessero accanto ai veneziani , le battaglie di quegli anni dimostrarono che la difesa navale dell’Impero Bizantino ora dipendeva dalla flotta di Venezia.
liberamente tratto da “Storia di Venezia” F. Lane
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