IL LIBRO DEL LEONE NON E’ IL VANGELO, MA…
E’ un luogo comune associare San Marco Evangelista al Vangelo nella sua rappresentazione in forma di Leone, ma in realtà il libro aperto (qualche volta chiuso) è ben altro. “La scritta associata al Leone
PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS risale alla Historia longobardica seu legenda sanctorum del domenicano Jacopo da Varazze.”
In questa cronaca si narra dell’arrivo di San Marco partito da Alessandria d’Egitto, con la missione di evangelizzare la Venetia. E la frase è quanto in sogno sarebbe stato detto un angelo al suo approdo in laguna, in attesa dello sbarco dopo la tempesta. Gli avrebbe annunciato che quello sarebbe stato il posto dove le sue spoglie mortali sarebbero state accolte.
Aggiungo questo bell’intervento trovato oggi in facebook:
La simbologia del leone di san Marco deriva da un’antichissima tradizione delle Venezie, secondo la quale un angelo in forma di leone alato, avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune, la frase: «Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum.» preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e venerazione il suo corpo.
Il libro, spesso erroneamente associato al Vangelo, ripropone proprio le parole di benvenuto del leone e, nella maggior parte delle rappresentazioni veneziane, si presenta aperto recando solitamente la scritta latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS», parole proposte in una biografia di Marco scritta da un monaco medioevale, che ebbe grande diffusione nell’inizio dell’anno Mille.
Bisogna ricordare anche che lo stesso san Marco, rappresentato in forma di leone, è tipico dell’iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell’Apocalisse di san Giovanni 4, 7.
Il leone è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posto attorno al trono dell’Onnipotente ed intenti a cantarne le lodi, poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. In precedenza questi “esseri” erano stati descritti dal profeta Ezechiele nel suo libro contenuto nella Bibbia ebraica. Il leone è associato a Marco in funzione delle parole con le quali inizia il suo Vangelo in riferimento a san Giovanni Battista:
« Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: “ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. » (Vangelo secondo Marco 1,1-3) (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.)
Il Battista vestiva nell’immaginario cristiano una pelle di leone e la frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava l’idea di un ruggito nel deserto.
Il leone simboleggia anche la forza della parola dell’Evangelista, le ali l’elevazione spirituale, mentre l’aureola è il tradizionale simbolo cristiano della santità.
Tuttavia il simbolo leonino esprimeva anche il significato araldico di maestà e potenza (tratto quest’ultimo sottolineato soprattutto dalla coda felina alzata), mentre il libro ben esprimeva i concetti di sapienza e di pace e l’aureola conferiva un’immagine di pietà religiosa. La spada, oltre al significato di forza, è invece anche simbolo di giustizia e difatti è ricorrente nelle rappresentazioni, antropomorfe e no, della Giustizia.
Erano dunque simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa.