IL MERCANTE VENETO IN AZIONE, LA GRANDE SCUOLA.
Riprendo dallo studioso Manlio Cortellazzo questo spicchio molto interessante della realtà mercantile veneta in epoca rinascimentale nel Levante:
Eppure il Levante era disseminato di giovani che esercitavano la mercatura o, più spesso, imparavano il mestiere presso un mercante più esperto senza dimenticare di vivere, secondo le tendenze, i gusti, le passioni della loro età, compresa l’insofferenza del servire:
“…come se reprende al tempo de adesso uno giovane, che se li dica qualcosa per benifizio suo, i lo tol a male, e questo porta ‘sta gioventù da ora, che se presumeno saper in 4 mesi quello che habbiamo fadigà noi in 10 ani.”
D’altronde, da loro si richiedeva molto e molte doti: il giovane doveva esser
“bono da ogni cosa e sopra el tutto che el sapia ben scriver, che el sia umile e non bus(i)aro, né portador de parole, e che l’abi voglia de far ben e tenderme a me, e non voler far linfa e bel in banca.”
In compenso il mercante si industriava a insegnargli quanto sapeva e sì de abaco come de scritura.
Esemplare è la vicenda, confidata in prima persona al diario, di un giovane nobile veneziano, dal pomposo nome di Alessandro Magno (mi ricorda qualcuno.. mumble mumble..) che il 4 aprile 1561 si imbarcò ad Alessandria d’Egitto, deciso a far fruttare il suo piccolo carico di stoffe di seta e il gruzzolo di 2.000 ducati che portava con sé. Giunto ad Alessandria il 2 maggio, si sistemò presso il fondaco dei Veneziani, ai quali si era presentato con le dovute credenziali.
Passò quindi, dopo aver barattato le stoffe con pepe e averne acquistato dell’altro, al Cairo per visitare i luoghi più famosi, arrivando fino alle piramidi. Era sua intenzione aspettare l’arrivo della carovana proveniente da Tor per investire il resto del capitale ancora in pepe, ma conosciuta la decisione del capitano di salpare subito, acquistò sul posto chiodi di garofano e zenzeo e il 19 ottobre ripartì per Venezia, dove approdò il 18 novembre con un guadagno, secondo i suoi calcoli, di ben 266 ducati.
Il divertimento
Ma anche quando i giovani apprendisti mercanti erano stabili presso un mercante a Costantinopoli, come a Cipro, o a tripoli di Siria, trovavano il modo di divertirsi, riunendosi in allegre brigate per pranzare assieme, facendo le ore piccole con le loro serenate (ed è significativo che tutt’ora, nell’isola di Creta i più spontanei distici si chiamino mattinate ).