La congiura di Bajamonte Tiepolo
Questa interpretazione però fa parte del mito giacobino; questi proposero persino di innalzare in Venezia un monumento a Bajamonte in quanto campione della democrazia. In realtà sembra che egli fosse soltanto un nobile scontento, che avrebbe insediato al potere nobili del suo “partito” e che, se avesse avuto la meglio, sarebbe finito per diventare Signore di Venezia, instaurando quella sorta di regime personale, molto distante da una repubblica, che più o meno in quel periodo veniva creato a Milano dai Visconti, a Padova dai Carrara, a Verona dagli Scaligeri e via dicendo.
Grazie a loro e al popolo che intervenne a difesa della Repubblica la cui rappresentante è la vecchietta che con il suo mortaio aveva colpito il portastendardo del Tiepolo( di cui vediamo a lato un calco commemorativo), il governo fu salvo, i palazzi dei Querini e dei Tiepolo furono abbattuti e sull’area venne eretto un cippo per assicurare che Bajamonte passasse alla storia come il più vile dei traditori.