LA GIUSTIZIA VENETA SENZA LA BENDA SUGLI OCCHI.
Millo Bozzolan
UNO SLOGAN MOLTO POPOLARE, CHE IMPARIAMO FIN DA PICCOLI,a proposito della Legge applicata nei tribunali, scritto poi a grandi lettere nelle aule di giustizia, recita: “La legge è uguale per tutti”. quanto poi questa sia un’utopia, e non una cosa reale, lascio giudicare a voi. E quale iconografia, emblema di cotanto impegnativo programma, ecco poi la Dea Giustizia, col bilancino e gli occhi bendati, troneggiare scolpita negli ingessi degli edifici che ne ospitano le sedi. Ma a ben guardare, questa Giustizia “cieca” può fare molto male, quando si idolatra la norma al di sopra di tutto, e si scambia l’utopia per cosa reale.
Un tempo nello stato veneto l’iconografia era diversa, del tutto opposta, e la Dea compariva con gli occhi bene aperti, una spada impugnata, e il bilancino o il libro delle Leggi dall’altra. Ne abbiamo numerose testimonianze tra Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco (la cappella del doge) , altre innumerevoli, sempre nello stesso stile, erano nelle aule dei tribunali veneti.
Per i nostri Padri sarebbe stato blasfemo rappresentare una Giustizia che non vedeva quello che combinava il giudice applicando la norma: nel giudicare l’interesse supremo era colpire gli ingiusti (Iniusti punientur), distruggere gli empi (semen impiorum peribit, come stava scritto a Traù), ma anche salvare l’innocente. Applicando una norma a volte poteva capitare di commettere una ingiustizia maggiore di quella che si voleva riparare, per cui il collegio giudicante aveva l’obbligo di tener conto delle conseguenze della sentenza, fino ad ignorare la Legge scritta proprio in nome di una più corretta Giustizia. E questo faceva parte dell’ “arbitrium” concesso al giudice veneto, il quale si affidava, doveva affidarsi al suo buon senso el di là della norma astratta. Ed era tenuto a farlo, altrimenti ne avrebbe risposto in proprio.
Nelle foto alcune rappresentazioni della Giustizia a Venezia, sempre con gli occhi bene aperti per evitare di danneggiare i cittadini innocenti.