NAPOLEONE ABOLI’ LA MARSIGLIESE, lo sapevate? :)
Pasque Veronesi
La Marseillaise abolita da Napoleone I (1804-1815) 1 – Veillons au salut de l’Empire (Vigiliamo sulla salvezza dell’Impero)
Napoleone non disponeva di un inno proprio. Perciò, in un primo tempo faceva cantare dal clero l’inno Domine salvum fac Imperatorem. Questo il passaggio relativo, nella Messa di consacrazione del còrso a Imperatore, avvenuta nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, il 2 dicembre 1804, musicata dal grande compositore tarantino Giovanni Paisiello: https://www.youtube.com/watch?v=nj7ev52fa-8. In seguito ebbe l’occasione di sostituire questa formula, troppo chiesastica e che ricordava così da vicino l’odiato Sacro Romano Imperatore, con Veillons au salut de l’Empire.
Questo canto risale alla fine del 1791. Intitolato in seguito Inno alla Libertà o anche Offerta alla Libertà, le sue parole si devono a un chirurgo presso l’Armata del Reno, Adrien-Simon Boy. La melodia riprendeva un’aria molto popolare del 1787, del compositore Nicolas Dalayrac (1753-1809) massone e poi robespierrista.
L’aria originaria s’intitolava Vous qui d’amoureuse aventure, courez et plaisirs et dangers (Voi che correte sia i piaceri che i pericoli delle avventure galanti). L’Impero su cui qui s’invita a vigilare e che l’inno voleva celebrare, non poteva essere, cosa questa di tutta evidenza, l’effimero castello di carte napoleonico elevato in seguito, bensì l’impero, la signoria della Repubblica rivoluzionaria francese.
Tuttavia la parola Impero, che s’iniziò a scrivere con l’iniziale maiuscola, consentì al canto di attagliarsi perfettamente alla nuova costruzione bonapartista e di divenire una sorta d’inno dell’Impero, a far parte dal 1804. Le parole non sono meno segnate di giacobinismo e di nazionalismo della contemporanea Marseillaise.
Per questo sotto l’Impero si eseguiva la sola musica. Vi si legge, infatti: “Se il dispotismo cospira, cospiriamo di perdere i Re. Libertà! Che ogni mortale ti renda omaggio! Tremate, tiranni! Voi andrete a espiare i vostri misfatti. La morte piuttosto che la schiavitù. questo è il motto dei francesi. Dalla salvezza della nostra Patria dipende quella dell’Universo. […] Nemici della tirannide, preparatevi, armate il vostro braccio. Dal fondo dell’Europa avvilita, marciate con noi al combattimento. […] Libertà, che questo sacro nome ci riunisca, perseguitiamo i tiranni, puniamo i loro crimini. […] Gli uomini liberi sono francesi. […] Giuriamo una guerra mortale a tutti i Re dell’universo”.
Ecco qui il canto Veillons au salut de l’Empire (Vigiliamo sulla salvezza dell’Impero): https://www.youtube.com/watch?v=rFfNDW4DzT4
Spiegazione della vignetta, conservta al British Museum: Il cuculo Corso. Un uccello di passaggio recentemente scoperto in Francia e ritenuto il più astuto della sua specie. Caricatura di Cruikshand del 1804. Come il cuculo è solito deporre le sue uova nel nido degli altri uccelli, distruggendo le loro, così fa Bonaparte con i suoi Regnanti di cartapesta, che usurpano i Sovrani legittimi. Napoleone defeca sul cuscino e fabbrica una nuova corona, mentre il Re Borbone si allontana nauseato. E come il cuculo parassita gli altri volatili, così anche Napoleone sparge le sue lordure in giro per l’Europa.