LA LEGGENDA DELL’ACCETTAZIONE PASSIVA DEI VENEZIANI DELL’INVASORE FRANCESE.
di Millo Bozzolan
Infangare gratuitamente un popolo, una volta occupato militarmente: è necessario per chi subentra poi, negli anni e nei secoli seguenti al posto del legittimo sovrano. Bisogna che quella Nazione dimostri OCCUPATA contro il suo volere abbia dimostrato la sua inconsistenza, sminuendo o celando gli atti di ribellione, propagando nella narrazione storica, una sua presunta passività all’occupante. Meglio poi se ad apparire come infingardi sono i veneziani stessi, gli antichi “dominanti” di uno stato che fu sempre felice delle dolcissime “catene”; catene che in realtà erano a difesa delle libertà di ognuno.
Fin dal maggio 1797, vi fu una sommossa, la gente assieme agli schiavoni fu presa a mitragliate dagli sgherri della municipalità sul ponte della Paglia, e così protetti dalle baionette innestate della truppa francese, i giacobini nostrani presero il potere. Ma il malcontento era diffuso, montante, fino a che si arrivò a luglio, il giorno in cui, dopo vari tentativi, si riuscì a varare un battello di linea, l’“Harpe”. La gente, assiepata numerosa dato il giorno festivo, proruppe in un grido: “Viva San Marco!”. Quell’urlo fu interpretato come una minaccia dai nuovi padroni e dai loro sgherri, “fece una forte impressione” e fu considerato una sfida. “Alle coccarde (con i colori veneti), agli scritti sediziosi, all’oltraggio delle divise “nazionali”, al dilagante disprezzo per il governo e per gli stessi municipalisti, ormai apertamente <motteggiati>, si aggiunse anche l’urlo nefasto della insurrezione popolare, che risuscita il fantasma del Leone, <VIVA SAN MARCO>. E’ troppo. alcuni promotori di quelle grida vengono arrestati. La guarnigione francese è posta in stato di allarme. I municipalisti si riuniscono nottetempo, mentre una folta schiera di aderenti alla società patriottica (filo occupanti), armata di bastoni, dà manforte agli occupanti …
Il 24 luglio si affigge un manifesto, approvato per appello nominale:
1 Chiunque griderà Viva San Marco, segnale dell’orribile insurrezione del giorno 12 maggio, sarà punito di pena di morte.
2 E’ proibito ogni attruppamento. Quello o quelli che ecciteranno attruppamenti o vi si porranno alla testa saranno puniti di pena di morte.
3 Chiunque cercherà con discorsi di eccitare l’insubordinazione alle autorità del governo, sarà punito di pena di morte.
4 Chiunque affiggerà o diffonderà Carte incendiarie, o stemmi di San Marco (…) sarà punito di pena di morte.
5 Gli autori e gli stampatori di opere, o fogli che eccitassero l’insubordinazione alle Autorità del governo, saranno puniti con la pena di morte.
Alla vergogna del manifesto, degno di un regime totalitario e non democratico, segue l’elezione di una giunta comunale, cioé degli Inquisitori veri e propri, appoggiati a un Corpo di Polizia potenziato…”
da Atlante storico della Serenissima di G. Di Stefano.