RIBATTEZZAVANO LE CITTA’ E LUOGHI NEL 1797, PROPRIO COME OGGI
di Millo Bozzolan
L’ICONOCLASTIA DEI REGIMI “DEMOCRATICI” VERSO IL PASSATO (E I NIZIOLETI ALTERATI DELL’OGGI).Tutto, da noi, iniziò con l’arrivo dell’armata degli straccioni francesi venuti a derubarci ammantati dell’ideologia libertaria. Una delle prime cose che fecero, a Venezia, come poi a Roma e in altri posti, e come poi fece l’Italia unita nelle città della penisola, fu di alterare gli antichi toponimi delle vie, a maggior gloria del regime imposto con le baionette a un popolo recalcitrante. A fine anche educatorio, il 5 giugno 1797 la Municipalità veneziana decreta che “la Rivoluzione di un Popolo schiavo in un Popolo libero non sarà mai completa finché sussistono nomi e cose che ricordino i nomi della passata Tirannia oligarchica”. L’ex campo San Polo, sul quale si affaccia Casa Ferrantini (già covo dei filo francesi), è ribattezzato col nome di piazza della Rivoluzione, le ex Procuratie sono dette Gallerie Nazionali e, in particolare, Galleria dell’Uguaglianza (le vecchie), Gallerie della Libertà, le Nuove; l’antico caffé Florian si chiamerà adesso <Caffé della Fratellanza Patriottica>; il Teatro “la Fenice” si dirà ...i tre pennoni davanti alla Basilica di San Marco causano contrasti perché alcuni vogliono abbatterli in quanto ricordano “il miserabile orgoglio del passato governo”, altri conservarli dicendo che essi sono “segni di conquiste fatte non dagli oligarchi, “ma dagli antichi veneti ai tempi della felice democrazia. Allora fu che i Veneti portarono le armi vincitrici fino ai confini dell’Asia, allora fu che abbassarono la cresta a Costantinopoli, allora si impadronirono dei tre regni, per cui si conclude di tenerli e invece “dei tre regni” essi devono esprimere “la libertà, la virtù, l’eguaglianza”, e quindi sventolino queste tre bandiere mentre “l’indivisibilità di queste tre sorelle sia espressa da una catena inghirlandata che cinga e unisca i tre stendardi”. Le colonne di Marco e Todaro, “gloriose memorie della città democratica” vengano dedicate alla Francia “la magnanima nazione che ha spianato la strada delle libertà”.
Che dire…siamo già in pieno delirio nazional-fascista-comunista. Tutto questo preannuncia quanto accadrà dopo pochi decenni, con le strade le piazze intitolate agli “eroi” del Risorgimento.
riassunto da Atlante storico della Serenissima, con commenti miei, di Giovanni Di Stefano.
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A titolo di completamento del presente articolo, osserviamo che il fenomeno non si arresta a distanza di secoli. Una versione moderna di questo comportamento si trova su Vivere Veneto.