LA MACCHINA DEL TEMPO E LA SERENISSIMA
Simonetta Dondi dall'Orologio
Bellissimo è a mio parere il concetto del tempo all’epoca medievale…..
Per noi, in questi tempi, un orologio è ridotto al ruolo di protesi velocizzata che nel migliore dei casi assume il volto del vuoto pneumatico del gioiello di precisione.
Nel Medioevo il suo valore era quello di sposarsi con i tempi della comunità, con il sacro della meditazione sulla vanitas, con il dispotico controllo dei tempi di lavoro da parte dei padroni.
Era insieme l’immagine del mondo, la metafora del corpo, dello stato e dell’armonia celeste.
Ovviamente colui che rispecchia il potere in una città, chi comanda e decide come si divide il tempo.
Quando visitiamo una città medievale, generalmente il centro storico è una piazza dove sono presenti i due poteri: laico ed ecclesiastico e un orologio, quest’ultimo marca il tempo di chi aveva il potere di quella città.
Venezia come sempre è un eccezione: visitare Piazza San Marco (ricordiamo unica Piazza della città) il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco sono una continuazione l’uno dell’altro un tutt’uno dove il tempo (la Torre dell’Orologio) marca le ore di entrambi i poteri.
I Mori (chiamati così dai veneziani per il colore del bronzo, ma, a mio parere, anche perchè i moretti erano servitori) qui alludono più che mai il concetto del tempo: passato (un vecchio che tocca un pò prima dell’ora) e presente (un giovane che tocca un pò dopo l’ora).
Qui l’ubicazione è importante visto che delimitava in un certo modo, idealmente, la parte della piazza un tempo destinata all’amministrazione del potere da quella destinata ai doveri religiosi rappresentata dall’adiacente Basilica di San Marco.
Inoltre la torre campanaria fronteggia anche il Bacino San Marco, luogo che esprime il potere commerciale della Serenissima e che al tempo era luogo deputato all’arrivo di sovrani, ambasciatori e poilitici da ogni parte del mondo.
Quindi il tempo della Chiesa ed il tempo del Mercante trovano negli orologi pubblici (che calcolavano la durata delle attività monastiche e quelle della città medievale), il punto di unione di due esperienze che ormai andavano diversificandosi.
Le campane segnatempo erano simboli del potere che lo stesso Dante ci ricorda nel X Canto del Paradiso:
Indi come orologio, che ne chiami nell’ora che la sposa di Dio surge a mattinar lo sposo perché l’ami, che l’una parte l’altra tira ed urge, tin tin sonando con sì dolce nota, che il ben disposto spirto d’amor turge, così vid’io la gloriosa ruota muoversi […].
Dove fa riferimento, tra l’altro, all’orologio pubblico di Padova che a quel tempo era situato all’entrata del palazzo dei Carraresi.
Il quadrante era chiamato “all’italiana” quando si rappresentavano le 24 ore che facilitava maggiormente alle attività agricole, fu molto più tardi che entra il sistema detto “alla francese” o “d’Oltralpe” che solo si rappresentano 12 ore, divisione del tempo più adatta alle attività urbane.
Gli orologi medievali si diffusero per tutta Europa, però, vogliamo qui ricordare che nel Veneto si conservano alcuni tra i più antichi e sofisticati dove astronomia, astrologia le ore e, perfino, i minuti convivono armoniosamente come la vita della Serenissima, in quel tempo dove la Chiesa ed il Potere laico incontrarono la perfetta convivenza.
La confusione che questa meraviglia ha creato e ancora sembra di non facile soluzione presuppone che l’antico orologio un piazza dei Signori sia opera di Jacopo Dondi e che da lui il cognome abbia suggellato la novità degli orologi astronomici. Da anni le mie ( esigue) ricerche non trovano riscontri nelle cronache del tempo e nei successivi studi menzione di questa nuova meravigliosa visione del tempo. Molti ( Cittadella, vescovo Dondi ecc.) pensano che sia a Giovanni il merito del tramandare nel cognome la radice dell’illustre cognome. Nel 1344 mi sembra che Umbertino da Carrara avesse molte altre preoccupazioni che dare al comune tanta bellezza. Sarebbe interessante mettere a fuoco una altrimenti poco chiara fase storica della nostra meravigliosa storia medievale