La pala del Giorgione a Castelfranco(TV)
La tavola infatti, venne commissionata dal generale Tuzio Costanzo (la cui famiglia, di origini messinesi, prima di trasferirsi a Castelfranco, si era stabilita a Cipro, al servizio della regina Cornaro), in memoria di un figlio di nome Matteo, morto di febbri a Ravenna nel 1504, a soli 23 anni, durante una campagna bellica condotta dalla Serenissima.Una lastra tombale con un bassorilievo posto attualmente ai piedi della Pala (vedi foto a lato), ce lo mostra scolpito nelle vesti di un guerriero in armatura, con spada e un copricapo sulla folta capigliatura.
La volta e le pareti della stessa cappella furono probabilmente affrescate, forse dallo stesso Giorgione, e la Madonna della Pala, invece di posare il suo sguardo sulla pietra tombale di Matteo, lo rivolgeva ai devoti che si accostavano all’altare, così come facevano anche i due Santi raffigurati ai suoi piedi: San Francesco e forse San Nicasio (in armatura, probabilmente rappresentato con le fattezze di Matteo).
Quando il Giorgione dipinse quest’opera, Venezia fioriva della più straordinaria radunata di pittori ma Giorgione , per scuola e per età era un isolato. Nonostante questo il successo fu rapidamente suo sino a dargli una tale fama da impersonare simbolicamente il nuovo corso della pittura veneta.
Così Giorgione divenne principalmente pittore di piccole opere, destinate alle collezioni private degli intenditori; cose per “iniziati” e spesso incompiute. Dipinse pochissimo per committenti ufficiali, per le chiese o per i palazzi.
Nella Pala di Castelfranco egli dipinse un’improvvisa finestra nel fondo, dove il dolce paesaggio veneto si allarga in macchie ombrose, contro un profilo azzurrino di monti, dominato da una torre. Con questo paesaggio egli volle rendere partecipi le stesse figure di un nuovo respiro della natura, assunta quasi al ruolo di poetica protagonista; non a caso il Giorgione fu anche poeta, musicista e cantante estremamente virtuoso.