LA PRIMA VENEZIA DELLE ORIGINI: DAL DOXE TIRANNO, A AL DOGE SANTO.
Dove eravamo rimasti? AH SI! Alla rivolta dei veneziani contro il doge tiranno Piero Candian IV, il quale viene linciato dalla folla inferocita (nobili e popolani uniti, come succederà speso, a Venezia) nel 976. E neppure il figlioletto di pochi anni si salverà (avuto con la moglie di stirpe imperiale) dopo l’incendio del Castello (il palazzo ducale è di la a venire). Probabilmente tra i capi della congiura vi era il futuro doge Piero Orseolo, il quale deciderà ben presto di farsi monaco. Forse anche per il peso di aver contribuito in qualche modo al linciaggio del suo predecessore). Uomo di grande fede, del resto, anche da prima. Dopo la nascita dell’unico figlio, lui e la moglie si erano votati alla castità.
A Venezia era giunto dai lontani Pirenei, un monaco con fama di santo, tale Guarino, in pellegrinaggio per omaggiare i resti di san Marco Evangelista. Il novello doge lo riceve, e Guarino capisce che ha di fronte un uomo di grande levatura spirituale, e lo invita a lasciare ogni cosa terrena e a servire Dio nel suo monastero. Qui accade l’imprevedibile. “Concertata ogni cosa, nella notte tra il 31 agosto e il ! settembre, insieme a Giovanni Gradenigo e a Giovanni Morosini, suo genero, all’insaputa persino della moglie e del figlio, di nascosto uscirono da Venezia.
Non lontano dal monastero di s. ilario saliranno sui cavalli, e dopo aver subito la tonsura, cominciarono a prender la via con velocissima corsa, tanto che il terzo giorno, giunsero in vista di Vercelli. Il giorno seguente i veneziani piansero il perduto (e amatissimo) doge e si struggevano in un grande dolore. Era stato infatti benefattore dei poveri, costruttore di chiese, sostenitore di chierici e monaci, benevolo verso tutti (De Biasi).
Pietro Orseolo sarà canonizzato e proclamato santo nel 1731 e tre ossa della sua gamba sinistra torneranno a Venezia nel 1732 (qualche mio amico lo troverà orribile 😉 ) ; le reliquie conservate provvisoriamente a san Giorgio Maggiore finiranno poi in un’urna d’argento e faranno parte del tesoro di san Marco.
Pietro Orseolo sarà ricordato in un mosaico della cappella di san Marco; vestito da monaco, con il corno ducale nella mano sinistra..”
Nel frattempo Venezia era tornata, grazie al suo breve, ma incisivo dogado, filo bizantina, con grande gioia di tutti, i commerci con Bisanzio avevano ripreso vigore e forza. Gli affreschi del Torcello (vedi foto), oggi rinvenuti alla luce, in stile filo imperiale e occidentale, saranno ben presto fatti sparire, opera probabile del doge-tiranno precedente…