La risposta dell’avv. Fogliata ad Alfano che riconosce finalmente la “questione” veneta.
Fermenti indipendentisti. «Esiste una questione veneta che sarà messa al centro dell’ azione di governo, nel rapporto con le regioni», ha commentato il ministro degli Interni, «in termini di proteste sociali, di inchieste anche penali e di forte disagio di un territorio che non può sentire lo Stato ostile: lavoreremo perché i veneti non lo percepiscano più così. Sono un popolo straordinariamente operoso, che ha contribuito tantissimo alla grandezza della nazione e non può essere corrisposto con disattenzione dello Stato». Angelino Alfano.
I giornalisti incalzano: più concretamente? «Pensiamo che il Veneto possa essere la base sperimentale di una forma di federalismo accentuato e spinto, perché c’è l’ esigenza di una maggiore corrispondenza tra le tasse versate a Roma e i servizi generati dallo Stato qui: questione sacrosanta sulla quale non chiuderemo gli occhi. La riforma in corso del titolo V della Costituzione può essere il luogo dove affrontare la questione veneta». Per indicazioni più di merito, la palla passa al governo: «Rispetto ai moti indipendentisti e agli eccessi, la risposta non è chiudere gli occhi, ma accentuare l’autonomia e migliorare i servizi statali».
Renzo Fogliata – Come tutti sanno, ieri l’altro il Ministro dell’Interno si è espresso, per l’appunto, come sopra. Mi permetto di osservare che, sul piano giuridico e, soprattutto, in termini di riconoscimento internazionale della vicenda, le affermazioni di Angelino Alfano, Ministro dell’Interno del Governo della Repubblica Italiana, siano un fatto di sconvolgente novità che non può essere da noi trascurato. Per la prima volta, dalla distruzione della nostra Repubblica nel 1797, un membro del Governo di uno degli stati che si sono succeduti nell’occupazione della nostra terra ha ufficialmente riconosciuto l’esistenza della “Questione Veneta”. Questo fatto, recante la data del 28 aprile 2014, a mio modesto parere costituisce una delle basi di partenza per poter sostenere in qualunque sede, anche e soprattutto internazionale, che vi sia già un riconoscimento ufficiale da parte del Governo italiano dell’esistenza di un popolo, dell’esistenza di uno stato di risalente sfruttamento di questo popolo da parte dell’Italia e di conseguenti sistematiche oppressione ed ingiustizia, dell’esistenza di un conflitto, o comunque di un contenzioso, che questo popolo ha avviato con l’Italia, così forte da far dire al Ministro che il disagio è tale da far sentire ai veneti ostile lo Stato italiano. Ho la sensazione che ai più sia sfuggita l’enorme rilevanza di quanto accaduto a Venezia dopo la riunione del Ministro con i Prefetti del Veneto. Da oggi, ogni contenzioso ed ogni istanza in sede internazionale dovrà menzionare tra i presupposti anche questo fondamentale accadimento che, con orgoglio, rivendico quale risultato del nostro infaticabile lavoro a favore dell’unica Patria.
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