l’abbazia di Sant’Ilario
di Theusk
L’abbazia di sant’Ilario si trovava nella zona occupata dal paese di Dogaletto (Ve), e più precisamente nel territorio della Malcontenta (riviera del Brenta). Venne dedicata ad Ilario, vescovo di Padova, dopo la sua morte avvenuta nel 368 dC.
Era in posizione strategica confinante con i territori padovani e trevigiani. I trevigiani rivendicarono l’abbazia e nel 1107 la devastarono. Anche i padovani la volevano tanto da deviare uno dei rami della Brenta riformando le zone acquitrinose su terreni già bonificati. I monaci benedettini, minacciati dalla malaria, si videro così costretti a trasferirsi a Venezia presso la chiesa di San Gregorio a Dorsoduro. Nel 1250 la zona fu occupata da Ezzelino da Romano.
Nel 1757 i Provveditori di Piovego di Venezia eseguivano degli scavi nella zona dei Moranzani (Fusina) per degli impianti idraulici.
Durante gli scavi (a fianco una foto degli scavi del 1880) vennero alla luce mosaici, colonne, embrici, urne cinerarie, lucernari e monete di epoca romana.
Già in precedenza alcuni appassionati di archeologia avevano dichiarato che tutti i materiali usati nella prima costruzione di S. Ilario ( dal VIII al IX sec) provenivano dalle storiche costruzioni di questo villaggio.
Il Corner parla di grandi fabbriche, di vestigia e di edifici preziosi i cui materiali furono impiegati dai monaci dell’ abbazia in aggiunta a quelli trasportatevi dal Doge Partecipazio da Jesolo e da Eraclea.
Furono rinvenute alcune iscrizioni tra le quali un frammento epigrafico che ricorda la famiglia Fabia di Padova, un altro che ricorda la gente di Caprule (Caorle); fu ritrovata anche la lapide di Lucio Mestrius atestino.
Tutti i resti reperiti finora sono sarcofaghi, colonne, pavimenti a terrazzo, lapidi e dedicazioni. Molti si trovavano fino a qualche anno fa, nelle case degli agricoltori della zona e chissà che in uno di questi sarcofaghi spesso usati come abbeveratoi, non abbiano avuto riposo le ossa di un qualche doge.
A S.Ilario infatti ne furono sepolti quattro: Agnello,Giustiniano Partecipazio, Pietro Candiano IV e Vitale Candiano 24° doge ( a tal proposito consigliamo anche l’articolo del buon Millo)