LE GALEE GROSSE LE GALEE SOTTILI, LA VITA IN ARSENAL
Sempre dal blog
#unacuriositàvenezianapervolta
La forza navale della Repubblica era costituita da Galee e Galeazze, cioè dall’Armata Sottile che navigava soprattutto a remi, e dall’Armata Grossa formata da Barze e Galeoni muniti di pesanti cannoni di grosso calibro, che navigavano soprattutto a vela … La costruzione di una Galea Grossa veniva a costare alla Serenissima qualcosa come 55.000 ducati: manodopera, armi e munizioni, ancora, vele e cordami compresi, mentre un Galea Sottile ne costava circa 16.000 tutto compreso.
Le Galee Grosse più massicce e robuste venivano impiegate soprattutto per l’Oceano Atlantico, le Fiandre e l’Inghilterra, e via via lungo i secoli vennero studiate ed equipaggiate per sfruttare al massimo gli spazi di stiva, e per portare maggiore carico-tonnellaggio: 200 migliaia di libre grosse o anche 500 botti (circa 90 tonnellate) … In seguito Venezia adottò le “navi cocche da carico” che giunsero a portare 1000 botti cioè circa 750 tonnellate.
Nel 1577 la Flotta da Guerra Veneziana era composta stabilmente da 100 Galee Sottili e da 12 Galee Grosse sempre pronte e in attività … Per fare un paragone: nel 1583 il corsaro Uluç Alì Pascià Occhiali cioè il Calabrese Giovan Dionigi Galeni detto “il Rinnegato” disponeva di 70-80 Galee.
Come dicevo, quelle veloci, leggere e manovrabilissime navi venivano costruite nella Casa dell’Arsenale, che nel 1570-73 era come un città nella città di Venezia dove si contavano all’opera quasi 5000 lavoranti fra Marangoni (1.283), Calafati da Figger e da Maggio (1069) e Remèri (157) che lavoravano dalla campana del lunedì mattina a quella del sabato a mezzogiorno … Nel 1575 anno di peste, cosa curiosa: gli Arsenalotti con le loro famiglie scamparono all’epidemia di peste isolandosi a vivere nell’Arsenale … Il loro numero rimase quasi immutato nonostante il contagio imperversasse in tutta la città mietendo numerose vittime … Gli Arsenalotti lavoravano 270 giorni annui, e più di qualche volta finivano certi mesi per lavorare solo 11 giorni per colpa delle ricorrenti feste cittadine, e dei numerosi funerali ai quali erano tenuti a partecipare in massa … Venivano pagati per un valore di 48 soldi al giorno ricevendo denaro, vino e legna che asportavano per un valore di 7-10 soldi dall’Arsenale a fine giornata riducendola in “fascio di stelle”: cioè legname di scarto … Fu questa un’usanza che molto spesso diede addito ad abusi e furti di materiali celati all’interno del legname, anche se i controlli della Serenissima erano capillari e metodici … Le Maestranze dell’Arsenale inoltre godevano del privilegio di ottenere lo sconto di un quarto sul prezzo degli affitti delle loro case che poteva arrivare fino a un massimo di 20 ducati annui.
A quel popolo di abili Artieri Specializzati si aggiungevano 40 donne Velere che per 14-16 soldi al giorno “tagiàvano e pontàvano” le vele delle Galee già cucite e decorate dalle giovani accolte negli Ospizi-Ospedali dei Mendicanti e degli Incurabili sotto il controllo stretto di una Mastra delle Vele … Per allestire le vele di una Galea Grossa si spendevano 2.400 ducati, 909 per una Galea Sottile … Le Velere usavano tele da Viadana-Mantova non esenti dazio acquistate da Venezia a lire 100 la libbra, oppure fustagni bianchi prodotti dai Bombaseri di città comprati fra 1637 e 1643 in 500-2000 pezze spendendo 300-12.000 ducati … oppure utilizzavano per 6 ducati Canovazzi Vercellesi acquistati nel 1639-1642 in 12-50 miare l’anno spendendo fino a 6450 ducati