LE PALINE EGALITARIE TRICOLORITE NEL GIUGNO DEL 1797
di Milo Boz
Tra le baggianate sesquipedali inventate dai “democratici” dopo il passaggio del potere dall’aristocrazia veneziana ai municipalisti, spicca la proposta relativa alle “paline” (gli ormeggi delle barche). Il 6 giugno il Comitato della Pubblica Istruzione si impegnò nella redazione di un rapporto sui “Pali alle rive dei particolari, quelli ancor oggi chiamati “de casada”.
“Cittadini, avete proscritti i titoli, decretata la demolizione degli stemmi, proibite le livree, ma restano ancora degli orgogliosi segnali che ricordano l’antica idolatria vilmente prestata alla superbia, alla tirannia / Non sono forse questi i pali innalzati alle rive delle case dei varj cittadini dove esistono dipinti li colori stessi degli aboliti stemmi, delle livree? Sembra che la Maestosa lor vista magnificar voglia: qui abita un Grande, un aristocrata (minuscolo), un Signore. Togliete. cittadini, anche queste inutili oggetti di fasto e vanità agli occhi dei buoni Patrioti nostri fratelli che solo riconoscer debbono la Libertà, l’eguaglianza, la Virtù.
Dopo tale roboante e retorico rapporto, il conseguente decreto prevedeva:
1 ci siano solo i pali necessari;
2 se colorati, sono ammessi solo: I TRE COLORI DELLA LIBERTA’, BIANCO, VERDE, ROSSO.
Ma “per l’esecuzione del grande piano democratico”, questi eran tuttavia dettagli da mettere in coda, una volta realizzata la società perfetta. E la proposta non fu accettata.