Le perle patrimonio dell’Unesco
di Theusk
Con questo articolo raccogliamo una testimonianza di un antico mestiere tradizionale il cui frutto è stato giustamente riconosciuto patrimonio Unesco nel 2020: parliamo delle perle veneziane
“Nel 2020 le perle veneziane sono diventate patrimonio Unesco; un meritato riconoscimento per un’arte spesso sottovalutata forse perché prevalentemente femminile.
La nonna materna e una delle sue cinque sorelle erano “perlere”: possedevano un piccolo laboratorio poco distante dal Ponte delle Guglie e realizzavano perle con la tecnica a lume.
Con le loro mani creavano piccoli autentici capolavori: dalle perle in stile ‘700, rotonde, a roselline e con preziosi inserti in oro zecchino, alle perle lunghe e coloratissime che esportavano in tutta Europa e in altri continenti.
Per le loro creazioni utilizzavano a volte anche l’avventurina, una varietà di quarzo che presenta al suo interno un luccichio dorato, o verde, azzurro o ancora rosso bruno dovuto alle inclusioni di mica. Ma la maggior parte della produzione veniva eseguita a “murrina”.
Tecnica “del murrino” la definí nel 1878 l’abate muranese Zanetti. Difficile risalire all’origine di questo nome, i primi vasi lavorati con questa tecnica vennero portati a Roma (pare da Alessandria) da Pompeo nel 61ac. Si racconta che questi emanassero un odore particolare.
( Il termine Mirrha deriverebbe appunto dal greco e significa resina, un tipo di terra fine e preziosa di origine mediorientale).
Furono i veneziani a riprendere questa lavorazione attualmente prodotta nell’ isola di Murano. Le murrine non vengono usate soltanto per le perle ma anche per produrre i vasi in vetro chiamati “millefiori”.
Nella foto sopra sono visibili dei sacchi di perle con cui confezionavo collane da bambina non è rimasto più niente, un amica muranese mi ha regalato questi pochi esemplari di murrine che conservo gelosamente e che suscitano in me tanti bei ricordi. Grazie Lorella❤️”