le regate
di Theusk
“Ne le feste, co’ se usava el tirar de fionda al Lido, molta gente là ghe andava volontaria o per invido. Per andarghe, usanza antica giera meterse a vogar drento barche messe in riga e de remo sfida far”
Ecco spiegata in questa composizione l’origine della parola “Regata“. Le cronache ci dicono che uno dei maggiori divertimenti dei giovani veneziani era quello di partecipare a gare di tiro con l’arco; queste gare si svolgevano più frequentemente al Lido dov’erano predisposti appositi luoghi.
I partecipanti vi si recavano ovviamente in barca, di solito partendo dalla piazzetta e un po’ alla volta questo “andare al Lido” si trasformó in una gara di velocità , ben vista dalle autorità che la considerava un ottimo allenamento.
Col tempo si decretó che in occasione di ogni festa delle Marie, si facessero gare di frombolieri e una regata e successivamente la regata divenne una consuetudine per ogni celebrazione fastosa.
Diventó lo spettacolo nazionale per eccellenza, il “gioco olimpico della nostra Repubblica” come lo definì Giustina Renier Michiel in un suo scritto.
Il percorso era vario a seconda del tipo delle imbarcazioni: le regate di galee si svolgevano al largo con un itinerario che si estendeva dal porto di Malamocco alla Punta della Dogana, mentre quelle delle gondole o dei sandoli si tenevano sul Canal Grande.
I premi per i vincitori erano rappresentati da bandierine di diverso colore a seconda dell’ordine di arrivo: rosso per il primo, azzurro per il secondo, verde per il terzo e giallo per il quarto. Al quarto arrivato veniva anche regalato un porcellino vivo, usanza che ancora non ha trovato spiegazione.
Le gare erano in genere quattro: una con battelli a un remo, una con battelli a due remi, una terza con gondole a un remo e l’ultima con gondole a due remi.
Nel 1686 si ricordano undici regate svolte in un sol giorno con la partecipazione di 152 concorrenti e 104 imbarcazioni
Nel corso degli anni si fecero regate per dare spettacolo: gare di donne, gare di gobbi, di ottantenni, di frati ed altre stranissime come quella del 1502 durante la quale i regatanti erano nudi e con il corpo spalmato d’olio.
Nel 1841 si costruirono appositi gondolini, adatti alla corsa veloce, ognuno guidato da due gondolieri.
Oggi le regate sono riservate ai gondolieri professionisti e il popolo fa ancora il tifo per i suoi beniamini così come allora.
liberamente tratto da “Venezia nel tempo” di Andreoli