LEGGERETE DI QUANDO A MUGGIA BASTONAVANO GLI “AUSTRACANTI”
Sembra impossibile, dato che pochi ricordano Muggia come terra veneta (e invece era ai confini della Venetia), ma gli austriaci non erano ben visti, come del resto nel confine col Tirolo italiano, specie in Val Stagna dove ancora oggi un Leone corrucciato, con la spada sguainata, lo testimonia ai posteri spesso immemori. Ma noi siamo testimoni della storia ed ecco quanto abbiamo raccolto… La gente dei confini voleva restare marchesca, a tutti i costi.

Palazzo Comunale, lato orientale, sopra l’ ingresso: Leone Marciano andante . Pietra d’ Istria, cm 30 x 70 circa.
Questa nota nasce da una richiesta di informazioni da parte di un’amica, intrigata dalla storia di Monfalcone dopo il 12 maggio 1797, un poco stupita di apprendere che la cittadina fosse veneziana e attaccata al Leone. Monfalcone in effetti era veneta, ma non solo lei…i confini arrivavano in realtà a Muggia, e credo questa sia una scoperta forse un po’ “urticante” per qualche triestino autonomista del posto.

la rocca di Monfalcone con ancora il Leone marciano a vista
“Una insurrezione per San Marco, senza pretese democratiche si ebbe a Muggia dove il nobile Vallona aveva un figlio che – stranamente – (ma allora non era strano) aveva scelto la carriera militare nell’esercito imperiale e proprio dopo il 12 maggio 1797, stava trascorrendo in famiglia una sua breve licenza.Il popolo dubitava e sapeva della “congiura” dei nobili che aspettavano gli Austriaci e quell’incauto soggiorno dell’ufficiale aumentava i loro sospetti. Sempre più eran convinti che il giovane militare fosse in realtà venuto, approfittando del vuoto di potere, a piantare la bandiera degli Asburgo, e ad insegnare ai congiurati come e quando issarla sul pennone di piazza in segno di dedizione all’imperatore austriaco. a quel segnale convenuto, secondo il popolo, sarebbero arrivati i soldati di Sua Maestà Imperiale.Muggia era l’unica custode murata ed armata del confine di San Marco e il popolo focoso della cittadina non poteva accettare di trovarsi un giorno suddito dei suoi antichi nemici.La casa del Vallon fu assalita il 6 giugno. Si trattò di una grande manifestazione patriottica. Il termine non è oggi più di moda, ma allora lo era e aveva ampia e nobile valenza.
I Vallon subirono danni non gravi e il popolo pagò abbastanza caro il suo gesto. La famiglia infati era riuscita a fuggire e a rifugiarsi a Trieste, dove l’ufficiale fece il suo rapporto”.sunto da “Dalla parte del Leone” di Luigi Tomaz.
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