L’IDEA DI UN’ITALIA LIBERA DA ROMA…NATA 2000 ANNI ORSONO
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In una moneta della Lega Italica un toro incorna la Lupa romana. (Noi eravamo loro alleati, è vero, ma ci servivano per tenere a bada i vicini Celti. ndr)
Gli Italici insorti crearono una vera e propria struttura politica sul modello di quella dell’Urbe. Elessero due consoli, uno dei Marsi e uno dei Sanniti, e un’assemblea forte di 500 senatori. Ma soprattutto coniarono monete che riproducevano la cerimonia del giuramento di fedeltà degli Italici contro Roma, con il dono delle fedi e il sacrificio di scrofe (nella foto, non so se era ironia sottile, quella delle scrofe ). Sul lato opposto compariva per prima volta la scritta ITALIA
Italia “oi (v)italioi” “paese dei vitelli” chiamato dai greci giunti in meridione.
Sfugge ai più che l’Italia come concetto sia nata nel sud Italia e da una vocazione prettamente agricola e ci lega alla Grecia. Possiamo oggi noi dimenticare tutto ciò, solo per lo spread o crisi economiche?
Ma cosa significa la parola “Italia”? Significa “paese dei vitelli”. Furono gli antichi Greci a dare questo nome al territorio corrispondente oggi al nostro Paese. Gli italici erano, agli occhi dei Greci, grandi allevatori di vitelli (in greco, “oi (v)italioi”).
Oppure, forse, i Greci chiamavano “oi (v)italioi” quei loro connazionali che avevano colonizzato la Magna Grecia. Gli “allevatori di vitelli” erano in realtà proprio questi ultimi, i coloni. Quindi inizialmente il nome indicava probabilmente solo la parte meridionale della penisola. I Greci avrebbero applicato a poco a poco il nome “Italia” a una sempre più ampia regione, fino al momento della conquista romana, quando esso venne esteso all’intera penisola.
Questa etimologia non è però accettata da tutti. Secondo altre interpretazioni la parola sarebbe di origine etrusca. Si tratta di una ricostruzione che implica conclusioni simmetricamente opposte a quest’ultima, come ad esempio il fatto che il nome si sia propagato da nord verso sud.
In latino il nome apparve tra il VI e il V secolo. Secondo alcuni la derivazione originaria sarebbe osca. Gli Osci – popolazione indoeuropea di ceppo sannitico della Campania antica pre-romana – avrebbero passato la parola “vìteliù” (“terra di bovini giovani”) ai Greci che a loro volta la passarono al latino dopo che la V era caduta.
Questa spiegazione viene motivata col fatto che “víteliú” rispecchiasse il fatto che il toro è stato un simbolo molto diffuso presso quelle genti della penisola che, al centro-sud, si opponevano all’avanzata della cultura romana, tanto da essere spesso eloquentemente raffigurato sulle monete italiche nell’atto di incornare una lupa. Quindi, in questo caso, “Italia” sarebbe una parola autoctona.
Detto ciò, la cosa importante è sapere cosa ci sia oggi “dentro” e “sotto” quella parola e cosa essa abbia significato nella nostra tradizione. Diecimila citazioni – tante quanto quelle riportate da Zanichelli dal 1200 al 1851 – sono un patrimonio ragguardevole. L’idea d’Italia è nata lì. Dopo l’Unità, concluso il Risorgimento, abbiamo – nel bene e nel male – realizzato quell’idea. O forse dell’Italia è rimasto oggi, appunto solo un nome?!