Continuiamo la rubrica volta a riscoprire e valorizzare i mestieri ed usanze di un tempo con la speranza di accendere sopiti ricordi nel pubblico più anziano e di suscitare curiosità nel pubblico più giovane, buona lettura!
Si ringrazia l’autore Luigino Tosatto
Fossi nato in appartamento, o meio, fossi vissuto in appartamento, avrei sicuramente altro da raccontarvi…
Tutti hanno delle storie, dei ricordi, degli avvenimenti, delle occasioni, tristi, felici, da dimenticare, da raccontare della loro vita in gioventù..
Mi, go’ avuo a fortuna d’ essar nato e vissuto so’ na fameia de contadini…. ma orgogliosamente fiero.
Me papà, contadino da sempre, ga’ studia al Turazza de conto.
Dopi el ze’ nda’ lavorar a Marghera..
Me sembra abbia fatto solamente un mese,…
Aaaaa so’ fortuna, scampa’ da queo che i ga’ respira’ sensa saverlo.
I campi ciamava, e Lu’ non ha saputo resistere al richiamo della terra.
Robando con l’ ocio e con aaa recia, tante nozioni presto ha appreso..
Partecipato al concorso nazionale a Roma per esperti agricoltori, eeeeellll ze’ riva’ primo in tutta Italia… primo a un concorso nasionae….
Aea terra el ghe ga’ dedica’ tutta a so’ vita.. lavorativa..
Gaveimo un
vigneto, ove ora han costruito le case…
Spostato,,,, gaveimo un vigneto ove ora han fatto un bacino, sol Rio VERNISE…
Tante panoc ce piantae par i campi, eeel seturco ga’ bisogno de dò robe par cressar ben…
Del sale e dell’ acqua..
Col iera circa alto meso metro, par farlo cressar e darghe na spinta, ….. spedizione punitiva,,, un bancal de sae, urea agricola, e zo’ de carioeti.
Pa’ fortuna che noaltri fradei semo in tanti,, par cui,. via con 5 carioetti carichi de urea, e via da cao a cao par darghe l’ aiutino al seturco.
Sacchi de qua’ e de a’a’ del campo, .. soi campi eonghi, sacchi a metà, sennò nol bastava par rivar da cao.
Caldo tanto,, umido.
E coe braghe curte eee a canottiera,, e foglie del seturco erano taglienti, braccia e gambe erano segnate dallo strusciare delle foglie sul nostro corpo fragile e esile…. Facevamo anche la gara a chi faceva prima, a chi era più veloce,,, però il sale doveva scendere e cadere sulla pianta,,,,, aaa fine dea riga, se el carioeo iera ancora pien, iera botte, e bisognava ripassarla.
Sae, strissi soa pelle, caldo che petta,, ndaimo casa cotti,, finii fa’ i calsetti..
Fosse finita qua’, sarebbe stata una sagra per noi..
Il sole picchiava sempre, l’ arsura e il secco apriva le crepe sulla terra, le foglie del mais tendevano al giallo, facevan le” rece basse”””
Qua’ bisogna darghe da bear, bisogna taccar ea pompa e el getto .
Nooooooooooo, n’altra suada, n’altra spompada.
Me papà caricava sol rimorchio i tubi in alluminio, el cavalletto per il getto, il getto, il tubo flessibile per aspirare dal fosso e masteee par riempire la pompa, il cardano,….
N’ altro giro iera par ea pompa..
Se co’ ghemo dato il sale ci siamo strisciati gambe e braccia,,,,, a portare i tubi lungo tutto il campo ne prenderò il triplo, il seturco era più alto, e più tagliente.
Montà el cavaetto, tacca’ ea pompa, butta”’ ea sorboea zo’ pal canal, se tacca’ el getto e via col cardano soa pompa..
E qua”””’ se godeva,,, ea prima acqua che vegnea fora dal getto,era per farci una bella doccia, non tanto sana, ma meritatissima.
E co’ iera ora de spostare el getto, piantai sin dae caece soa terra imbombada de acqua..
Poi la magia svanì,, sarchiatura con spargi sale automatico,,, acqua ai campi con il rotolone..
Maedetta tecnologia,,, non ci si diverte più
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Una risposta
[…] So’ che altri, quanta forca, quanti restei, quanto sae col carioeto par darghe nutrimento al seturco. In alcuni avevamo piantato anche della verdura, tipo asparagi, zucchine, fazioi in tega, tegoine, […]