L’UNIVERSITA’ DI PADOVA, AI TEMPI DI VENEZIA. I DOCENTI E LA LIBERA CONCORRENZA
Scorrendo le righe di questo intervento di Distefano, è stato come fare un tuffo nella mia adolescenza. Infatti molti degli insigni studiosi nominati, oggi sopravvivono nella memoria dei padovani (meritatamente) perché essi, insigni docenti e ricercatori dell’università di un tempo, hanno dato il loro nome a molte via del centro. Falloppio, Zabarella… ancora me li ricordo i loro nomi letti dai miei occhi innocenti di bambino. Un grande grazie a Venezia, che rese possibili le loro ricerche e il progresso umano. Ho letto anche di recente corbellerie su Venezia accentratrice (?) che avrebbe soffocato le università diffuse nel territorio, presenti a Treviso e in altre città. Ma se il risultato permise la nascita del centro di studi patavino, famoso in tutta l’Europa di allora, fu una scelta giustissima. E fu creato, il tutto, fuori della capitale di allora, per formare soprattutto anche gli studenti veneziani, la futura classe dirigente veneta.
Per quanto riguarda la giurisprudenza e la teologia, l’insegnamento della medicina e delle scienze, il diploma di laurea lo rilasciava solo l’università di Padova. La cultura, infatti, resta legata a Padova, dove i rampolli veneziani completano il loro iter per procacciarsi il grado accademico che apre la strada alla carriera politica e diplomatica.
Chi vuole fare studi approfonditi deve recarsi lì nell’unica istituzione fondata nel lontano 1222, di studi superiori nel dominio veneziano, che diventerà la prima sede di una importante scuola filosofica, il primo vero centro della scienza sperimentale moderna, guidando il mondo intero nello sviluppo della medicina e di altre scienze affini, attraendo studenti e studiosi da tutta l’Europa. A Padova studia medicina anche Nicolò Copernico.
La Repubblica paga lauti stipendi per assicurarsi i professori migliori e poi li mette in concorrenza: incoraggia la loro rivalità per attirare più studenti, nominando due professori per la stessa materia, chiedendo loro di tenere le lezioni nella stessa ora. Saranno gli allievi a premiare con la loro presenza, il migliore di essi.
Tra i nomi maggiori, Pietro Pomponazzi (1462-1524) mantovano, laureato in medicina a Padova, che vi terrà corsi di filosofia e pubblicherà lì il suo lavoro più famoso, sull’immortalità dell’anima. Girolamo Fracastoro (1478-1553) collega e amico di Copernico, che anticipa lo studio delle malattie infettive,; Andrea Vasalio, il famoso anatomista fiammingo, al quale i magistrati veneziani non faranno mancare cadaveri, da sezionare per la sua grande ricerca, Gabriele Falloppio (1523-62) che continuerà la tradizione di Vesalio e darà il suo nome all’ovidotto da lui scoperto; alla morte di Falloppio la cattedra passerà a Girolamo Fabrici D’acquapendente, romano, amico di Paolo Sarpi e Galileo; il più grande di tutti gli insegnanti di anatomia (fa costruire il primo teatro anatomico della città e del mondo, ideato da… Paolo Sarpi); insegnante, tra il 1598 e il 1602, di quel William Harvey cui spetta la dimostrazione della doppia circolazione del sangue.
Galileo Galilei, lettore di matematica, rimarrà all’università per 18 anni (1592-1610) e quando la lascerà i giorni d’oro della scienza padovana incominceranno a svanire mentre rimarrà famosa la scuola di medicina; Jacopo Zabarella 1532-89, porterà gli studi filosofici alla completa fioritura, considerando l’anima umana null’altro che una normale funzione corporea; Cesare Cremonini, morto nel 1631, erede dell’aristotelelismo di Pomponazzi e Zabarella, persuaderà il Senato a proibire ai gesuiti (dal 1550 insediatisi a Padova con una scuola sovvenzionata dal papa) di rilasciare lauree sul suolo veneto.
...E mi pare che basti. Magari fate qualche confronto con il livello medio le università italiane di oggi.
Brano tratto da Atlante storico della Serenissima di Giovanni Distefano.