di Theusk
Santa Lena,Venezia, il gruppo di alberi che appaiono sull’estremo lembo del promontorio (immagine di dx) costituiscono il giardino pubblico più vasto della città , ordinato da Napoleone sull’area del Sestiere di Castello, ottenuto con la demolizione di case, di una chiesa rinascimentale dedicata a San Nicoló di Bari, e di due conventi con le rispettive chiese fondate e costruite in epoca gotica: San Domenico e Sant’Antonio abate.
Era una piccola isola circondata dalla barena. Nel 1175 Vitale Michiel, vescovo di Castello, vi fondava un monastero con ospizio per i poveri e i pellegrini.
Nel 1205 il Doge Pietro Ziani vi innalzava una chiesa dedicata a S.Elena, in questa, sette anni più tardi vi veniva portato il corpo della Santa.
Dopo l’esilio forzato dei monaci ad opera di Napoleone l’isola fu depredata e gli edifici messi a disposizione della Marina Militare. La chiesa di sant’Elena venne divisa in due parti; nell’inferiore furono posti i mulini per macinare il grano; nella parte superiore fu ricavato un ampio granaio per raccogliere la farina.
Nel 1872 il Demanio concesse l’isola al Comune che, con l’imbonimento della barena, la uní a Venezia.
La zona quindi serví da Campo di Marte fino al 1924 anno in cui si iniziarono a costruire le prime abitazioni.
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