Perchè la neutralità disarmata?
di Theusk
La Serenissima non trascuro mai i tentativi di rafforzare e migliorare la sua milizia; del 1758 è la fondazione del collegio militare di Verona, sapientemente ordinato e diretto; del 1771 l’istituzione degli inquisitori sopra ruoli, che dovevano correggere ogni abuso delle soldatesche.
Nel 1757, essendo oramai i bombardieri inadatti al servizio delle artiglierie, fu istituito il reggimento veneto all’artiglieria; nel 1770 il corpo degli ingegneri militari; nel 1785 quello dei travagliatori al genio.
Non si lesino mai nelle spese militari, che, nel secolo XVIII ammontavano per l’armata e per l”esercito a 2. 390.000 ducati, quando intorno a Venezia rumoreggiava la guerra, e a 1.780.000 ducati in tempo di pace.
Sembrano profetiche le parole che Alvise Mocenigo, provveditore all’arsenale, pronunziò nel 1763 dinanzi al Senato: “Quanto dolce e desiderabile la pace, altrettanto nocevole e funesta riesce ad uno Stato, quando l’amore per la medesima giunge ad un tal grado di passione, che toglie affatto dalla vista i pericoli che sono lontani e non lascia mirare che da lontano quelli che sono vicini“.
E la pace la si volle e la si cercó anche a prezzo di umiliazioni, permettendo troppe volte agli eserciti delle nazioni belligeranti di violare il territorio della Repubblica.
liberamente tratto da “Storia di Venezia nella vita privata” di P.G.Molmenti