QUELLE VENETE ANTICHE COSI’ SIMILI ALLE NOSTRE BISNONNE
Questa foto mi affascina parecchio: ritrae dei piccoli bronzi (ex voto), provenienti da un santuario di “Ateste” (Este). Guardo le donne e faccio fatica a distinguerle dalle nostre bisnonne, se non per le gonne che lasciano scoperte le gambe dal ginocchio in giù. Il che le rende.. ancora più moderne. Le prime due sembrano uguali e lo scialle è del tutto simile allo “zendal” che le nostre nonne usavano spesso, specie se entravano in una chiesa, fino agli anni Cinquanta del Novecento.
Sono ritratte probabilmente in un atteggiamento di offerta del contenuto della ciotola alla divinità (Reitia?) e penso contenesse dei semi. Esse cercavano probabilmente di assicurarsi la benevolenza della Dea, per avere un buon raccolto. Invece l’uomo, colto proprio nell’atto di spargere la semente nel suo campo, è ripreso in quel momento sacro di fecondazione della Madre Terra e la statuetta offerta che lo imita, aveva lo stesso significato e valenza dei tanti “ex voto” che ornano le nostre chiese cattoliche.
La figura femminile a destra, mi pare ritragga invece una donna completamente velata tanto che lo scialle le copre il viso (in genere le nostre Venete antiche giravano a volto scoperto) forse in segno di lutto, magari per la morte di un familiare. Probabile sia anche essa raccolta in preghiera. Insomma la religiosità di allora non era tanto diversa da quella dei veneti delle nostre campagne di cento o cinquanta anni fa. Ma oggi, (nell’epoca dell’edonismo sfrenato) diventa sempre più difficile collegarci a quel mondo. Non è più questione di paganesimo in conflitto con il cristianesimo, ma di consumismo sfrenato, fine a se stesso, che rischia di inaridire le nostre radici antiche.