RE ARTU’ ERA VENETO? LE AFFASCINANTI COINCIDENZE
Piero Favero in questo libro ha dato il meglio: in uno dei capitoli forse più affascinanti l’Autore sottolinea come fossero vicini ai Veneti della Venetia certe tradizioni e culti (quello solare ad esempio) dei Venedoti del Walles. Mi ha colpito l’accenno ai Cavalieri della Tavola Rotonda, che si consideravano tanto alla pari da riunirsi intorno a un simile tavolo, dove nessuno poteva occupare il posto centrale… E ho pensato all’aristocrazia veneziana.. ma anche ai paleoveneti, privi di re e che deliberavano sotto un tiglio (i cui fiori dovevano favorire la saggezza e la calma) senza un trono a cui inchinarsi.
Dal libro “L’alba dei Veneti” di Piero Favero, riporto alcuni interessanti spunti in merito. L’autore nota che popolazioni dal nome venetico erano stanziate ovunque fosse diffusa la leggenda legata al ciclo arturiano e poi elenca gli “indizi” che fan pensare a una stretta parentela tra i Veneti popolo d’Europa e i cavalieri della Tavola Rotonda (e il loro mondo).
Artù era il re della terra di Gwinned, territorio dei Venedoti, la sola tribù presente in tutte le le aree classicamente legate al mito arturiano.
Gli elementi presenti nel ciclo in chiara sintonia nella più antica tradizione veneta sono:
– la devozione verso il cavallo e di conseguenza il culto della cavalleria, difatti la forza di re Cunedda era nella cavalleria, corpo militare tipicamente veneto, che con buona probabilità darà origine ai noti cavalieri della Tavola Rotonda.
– la ritualità della spada gettata nelle acque (una spada veneta fu ripesca anche nella Brenta, di recente ndR), come in Excalibur e la Signora del Lago.
– la barca solare dei cigni che trainano la barca di sir Bedivere diretto dalla sua amata.
– l’ideale socio-politico del “primus inter pares” che si esprime nella Tavola Rotonda, presso i Veneti proprio del Pilpotis e poi dello stesso Doge, pari a qualsiasi patrizio veneto.
– il comune culto di Apollo, in cui Mapono è il dio della fonte, come Apono ad Abano.
– la dea Brigit, dea della Terra di Britannia, assimilabile alla Reitia dei Veneti.
– il calderone celtico prototipo del Graal rintracciabile nella secia-secchia veneta, cioè l’onnipresente situla sacra ai Veneti da cui si attingeva il vino nei rituali e nelle feste.
Nel 491 re Artù sbaragliò i Sassoni a monte Badon, ma poi i Venedoti del Galles emigrarono in massa in Bretagna per fondare un nuovo regno in quella che era la loro patria originale a causa di una carestia e di una pestilenza … (pagg. 111 e segg)
L’Alba dei veneti di Piero Favero ed Cierre.
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