SALUS POPULI PATAVINI…e il culto di san Luca pittore di Madonne.
Ti saluto, popolo padovano! E’ il saluto che la Madonna avrebbe rivolto al popolo portata in processione per la prima volta, salvata dalla distruzione a Bisanzio.
L’immagine mariana più antica che abbiamo a Padova si trova a Santa Giustina….non poteva essere in un altro posto!
Il tipo iconografico sarebbe Madre di Dio Odighitria nella variante dexiokratousa (ovvero che regge il Bambino a destra).
Come la maggior parte delle icone, è dipinta su tavola intagliata sui margini e nei bordi rialzati comprese le aureole.
Curiosamente quello che si conservano meglio sono i volti che sono i più importanti in una raffigurazione umana.
La pessima conservazione non fu per colpa dei padovani….una tradizione racconta che le bruciature presenti sulla tavola sono frutto di un gesto iconoclastico avvenuto a Costantinopoli quando fu gettata al fuoco.
La tradizione racconta che l’autore della tavola fu il proprio San Luca che nell’iconografia sempre si rappresentava mentre stava dipingendo una Madonna. Come potete vedere sopra.
La tavola si salvò miracolosamente perchè, narra la leggenda, cominciò a volare e finì tra le braccia di una donna che poi l’avrebbe consegnata al sacerdote Urio, custode della Basilica dei Dodici Apostoli a Costantinopoli.
Urio, a cavallo tra l’VIII ed il IX secolo avrebbe portato a Padova, a Santa Giustina, il corpo di San Luca, le reliquie di San Mattia e l’icona, per proteggerli delle costanti distruzioni iconoclastiche.
Nel XVI secolo, visto che nella nostra città (Padova) era molto venerata, si decise di ricoprire le parti più rovinate con una tela dipinta lasciando solo i magnifici volti alla vista, nell’antichissima tavola e si ricoprì il resto con una foglia d’argento dorato e sbalzato.
la lotta iconoclasta, contro il culto delle immagini, iniziò a Bisanzio
L’icona fu venerata durante secoli dai padovani che la consideravano miracolosa.
La specialità per cui era invocata era soprattutto contro la siccità; si dovevano passare tre giorni di digiuno e poi si portava in processione l’icona nel perimetro del Prato della Valle e, quasi sempre, alla fine si doveva correre, perché cominciava a piovere. Così narra la tradizione.
A Padova ha il nome di Salus populi patavini; nel 1909 con l’approvazione del papa Pio V venne coronata e, ancora oggi in occasione della data della coronazione, viene portata in processione in Prato.
Secondo gli studi fatti durante il XX secolo sembrerebbe che l’icona non sia così antica come si pensava, però noi non vogliamo perdere le nostre tradizioni e leggende, che così bella ed interessante fanno la nostra città di Padova.
è passato più di una anno da quando Milo, ci ha lasciato l’onore e l’onere di continuare la sua opera di diffusione della nostra millenaria Veneta Storia.